Coronavirus, Lombardia: oggi 65 persone in più in terapia intensiva. Gallera: presidi medici in grande difficoltà

Giovedì 12 Marzo 2020
Coronavirus, in Lombardia altre 94 persone in terapia intensiva. Gallera: presidi medici in grande difficoltà

Coronavirus, in Lombardia oggi altre 65 persone sono state ricoverate in terapia intensiva e i presidi medici sono in grande difficoltà. Le vittime totali per il Coronavirus in Lombardia salgono a 744, 127 in più di ieri, e 4247 sono le persone ricoverate a causa del virus. Lo afferma l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, sostenendo che alcuni presidi sono in situazione di grande difficoltà. Ad essere sotto pressione soprattutto i presidi dell'area bergamasca: il Papa Giovanni è quasi saturo, dice Gallera, sostendendo che ogni giorno la regione cerca di aprire nuovi posti di terapia intensiva, paventando l'ipotesi di aprire un centro medico dedicato proprio alla terapia intensiva nell'area della fiera.

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Bergamo: 50 medici contagiati. «Vorremmo far rilevare - si legge nella lettera - che in molte zone il numero dei medici infettati sta diventando significativo. In Lombardia vi sarebbero centinaia di professionisti della salute contagiati e nel bergamasco il numero dei medici infettati ha superato le 50 unità. Tale grave situazione non può che compromettere l'efficacia dell'assistenza sanitaria, resa ancora più drammatica dalla carenza di medici».

L'Assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, rileva Anelli, «ha affermato, una settimana fa, che il 12% dei contagiati erano operatori sanitari. La stessa Fnomceo ha pagato un tributo altissimo, con la perdita di Roberto Stella, Responsabile Area Formazione. Cosa stiamo aspettando? Di questo passo non solo non ci saranno abbastanza medici per assistere tutti, ma gli stessi sanitari diventeranno, loro malgrado, veicolo d'infezione. Sono necessarie nuove misure che regolamentino l'attività dei medici negli ambulatori, per la tutela della salute dei professionisti e di tutta la popolazione».

Quindi, prosegue Anelli nella lettera, «la richiesta che ci appare, oggi, ineludibile, è consentire ai professionisti di cautelare innanzitutto se stessi per continuare a costituire una risorsa per il Paese oggi più che mai indispensabile. Lo sforzo che ci attendiamo come professione dal nostro Governo è contare su dispositivi di protezione da consegnare ai nostri medici per proteggere loro stessi e gli altri. Depauperare una forza professionale in questo momento al limite delle umane possibilità è un rischio che non ci possiamo permettere.
 

 
 

 

Ultimo aggiornamento: 21:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA