Coronavirus Lombardia: oggi 32.346 positivi, 1.643 in più rispetto a ieri, 4.474 morti. Gallera: trend verso il basso

Mercoledì 25 Marzo 2020
Coronavirus Lombardia: oggi 32.346 positivi, 1.643 in più rispetto a ieri, 4.474 morti

Coronavirus, in Lombardia oggi 32.346 positivi, 1.643 in più rispetto a ieri, 4.474 i decessi. «Sono 32.346 i casi positivi, con una crescita di 1.643, che è inferiore rispetto a ieri che era 1.942, i pazienti ricoverati sono 10.026, 315 in più di ieri, ma ieri c'era stato un incremento di 445 quindi anche qui una crescita inferiore». Lo ha dichiarato l'assessore al welfare Giulio Gallera durante la diretta da Palazzo Lombardia per fare il punto sull'emergenza Coronavirus. «Le persone in terapia intensiva sono 1.236, cresciute di 42, lo sforzo che qui raccontiamo costantemente è quello di continuare ad aprire posti letto di terapia intensiva per offrire speranza a chi viene colpito dal coronavirus nella maniera più virulenta e grave.

Il numero dei decessi è di 4.474, 296 in più, ma notevolmente inferiore rispetto a ieri che era di 402, anche se sempre troppo grande rispetto a quello che vorremmo» ha concluso Gallera.

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Gallera: trend verso il basso della diffusione è dato consolidato. «In questi giorni abbiamo fatto uno scalino verso il basso: durante il week end il trend è sceso, tutti i numeri sono in riduzione, siamo scesi e adesso ci siamo attestati su una linea più bassa e si è ridotta la pressione sui pronto soccorso. Oggi possiamo dire che ormai il dato è consolidato in basso rispetto a venerdì». Lo ha detto l'assessore regionale al welfare Giulio Gallera nel consueto punto stampa da Palazzo Lombardia presentando i dati sulla diffusione del coronavirus.



Rallenta il virus in Lomabardia. In Lombardia si sceglie di cambiare passo, proprio quando i numeri indicano una riduzione «costante» dei nuovi contagi, una diminuzione della «pressione» sui pronto soccorso e un nuovo calo dei morti in 24 ore, che scendono sotto quota 300. La linea la traccia l'assessore al Welfare Giulio Gallera quando dice che «quello che vuole fare la Regione», con un piano appena attivato di «sorveglianza attiva», ossia di assistenza a distanza ai malati in casa da parte dei medici di base, «è considerare tutti dei potenziali affetti da Coronavirus, anche chi ha un raffreddore».

Nelle stesse ore, 81 sindaci della Città Metropolitana di Milano firmano un appello rivolto alla Regione per chiedere una nuova strategia: sorveglianza attiva sì, ma anche tamponi a tutte le persone con sintomi, soprattutto a quelle ammalate a casa. «Oggi il problema non è a chi fare o non fare il tampone», spiega l'assessore, ma iniziare a monitorare, attraverso la rete dei medici di famiglia e con la «telemedicina», le condizioni dei pazienti, anche con sintomi lievi, trattandoli tutti come casi sospetti di Covid-19 per arrivare, se necessario, ad isolarli anche in «strutture» che la Regione individuerà, se non si può farlo in casa.

Non è certo il momento, poi, come ammonisce il Governatore Attilio Fontana, di mollare la presa, proprio in attesa del picco, perché altrimenti «sarebbe un disastro». E arrivano le cifre, comunque, a dare conforto nella battaglia ancora lunga. «Numeri tutti in riduzione», spiega Gallera, perché in questi giorni «da sabato in poi abbiamo sceso uno scalino» e i dati «si stanno consolidando». E così i nuovi contagi scendono a 1643 (1942 ieri) e si piega verso il basso anche la curva dei ricoveri (+315 invece di +445), anche se il totale supera i 10mila, con 1236 in terapia intensiva (+42). I decessi arrivano a 4474, ma scendono in un giorno a 296 rispetto ai 402 di ieri, quando c'era stata una risalita.

Tra i medici lombardi, intanto, si contano altre vittime: Ivan Mauri, medico di famiglia di Lecco, Vincenza Amato, dirigente dell'Ats di Bergamo, e due odontoiatri di Brescia, Mario Calonghi e Gabriele Lombardi. Anche i numeri delle province sono tutti in calo, tranne Bergamo che per nuovi casi risale a +344, oltre 7mila in tutto. Proprio da Bergamo anche oggi c'è stato il triste e quotidiano trasporto di bare, altre 45, verso l'Emilia. Allo stesso tempo, però, i carabinieri hanno riportato al cimitero monumentale della città le urne di 102 defunti le cui salme erano state cremate a Ferrara, Modena e Bologna.

E se Milano potrebbe essere riuscita a vincere la sua battaglia (i numeri di nuovi casi sono in linea con ieri e non c'è stata la temuta crescita esponenziale) e Codogno ormai viaggia sulla linea 'zero contagì, anche la provincia di Monza e Brianza ha un netto abbassamento di nuovi casi. Diminuzione «significativa» anche a Brescia (+299 contro +393 di ieri), il territorio che, per ammissione dello stesso Gallera, è quello che, tuttavia, «ha più bisogno». Così i 150 scelti con un bando regionale per la ricerca di personale sanitario sono andati proprio nel Bresciano. E sempre là andranno buona parte, ha spiegato l'assessore, di quei medici volontari che hanno risposto alla chiamata della Protezione civile.

Intanto, è sbarcato a Malpensa il terzo gruppo di esperti medici cinesi per assistere l'Italia nella lotta. E anche l'Esercito americano ha donato forniture e attrezzature mediche, mentre medici russi daranno una mano a Bergamo. Per dare fiato alle terapie intensive della regione, poi, si attende «tra inizio e metà settimana prossima» l'apertura dei primi letti alla Fiera di Milano. Bertolaso, però, chiamato da Fontana per il progetto, è ricoverato in quarantena, ha qualche linea di febbre e viene tenuto in osservazione. «Contiamo di rispettare gli impegni che ci siamo presi», garantisce, comunque, il presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali.

 
 
 

Ultimo aggiornamento: 20:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA