Coronavirus: lavoro, allarme autocertificazione. Chi viola i divieti rischia il carcere

Lunedì 9 Marzo 2020 di Cristiana Mangani e Diodato Pirone
Coronavirus: lavoro, allarme autocertificazione. Chi viola i divieti rischia il carcere

ROMA Il decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale manda un messaggio a tutti gli italiani: uscite solo per motivi importanti come il lavoro, e poi tornate a casa.
Per tentare di contenere gli effetti del virus, il governo ha diviso l'Italia in due: una zona di sicurezza con norme molto severe che comprende tutta la Lombardia e 14 province (Venezia compresa). In quest'area le scuole resteranno chiuse fino al 3 aprile e ci si potrà muovere solo per andare al lavoro, se necessario. Locali chiusi dopo le 18. Mentre non ci sarà blindatura dell'area, ad esempio, nel caso della circolazione delle merci.

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Gli uffici pubblici resteranno aperti. Anche i pendolari, se l'azienda lo dispone, potranno recarsi al lavoro, muniti di badge aziendale. I cittadini che avranno bisogno di muoversi dovranno autocertificare la necessità attraverso dei moduli forniti dalle forze di polizia, che avranno anche il compito di spiegare alle persone quali siano le conseguenze sul piano penale per comportamenti in violazione del Dpcm. La norma sull'autocertificazione, che di fatto consente spostamenti per motivi di lavoro dalle zone rosse sul territorio nazionale, crea sconcerto per il grave pericolo di diffusione del contagio.
 



Una direttiva emanata dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese detta le regole che i prefetti dovranno seguire nelle aree a contenimento rafforzato, in particolare per evitare gli spostamenti non autorizzati in stazioni, aeroporti e alle frontiere. In caso di violazione, il rischio è il carcere fino a tre mesi. La sanzione è quella prevista dall'articolo 650 del Codice penale che riguarda l'inosservanza di un provvedimento dell'autorità. Salvo che non si possa configurare un'ipotesi più grave prevista dall'articolo 452 (delitti colposi contro la salute pubblica). I turisti (o i lombardi che erano fuori regione) potranno tornare a casa. Gli studenti fuori sede e tutti coloro che lavorano nelle aree di sicurezza ma hanno la famiglia altrove, non devono tornare a casa. E nelle stesse aree, i supermercati resteranno chiusi sabato e domenica. Il decreto poi fissa regole severissime per tutti coloro, lombardi e no, che registrano febbre superiore a 37,5 gradi. A costoro è «fortemente raccomandato» di non uscire di casa.
 

Ultimo aggiornamento: 13:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA