Coronavirus, anziani infettati e lasciati soli: il dramma delle case di riposo

Venerdì 27 Marzo 2020 di Camilla Mozzetti
Coronavirus, anziani infettati e lasciati soli: il dramma delle case di riposo

Sono loro i più fragili, i più esposti alla minaccia del Covid-19: gli anziani d'Italia. I dati sono chiari: la maggior parte dei casi di coronavirus si manifesta in persone anziane, circa il 60% dei malati ha un'età superiore a 60 anni. Inoltre, il 99% dei decessi avviene in persone con più di 60 anni e con patologie di base multiple. E un anziano su dieci è ricoverato in una Residenza sanitaria assistenziale (pubblica o privata e accreditata) o è ospitato in case di cura che in questi giorni da Nord a Sud del Paese si stanno trasformando in focolai.

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La creazione della zona rossa nella piccola cittadina di Nerola - in provincia di Roma - rende bene la dimensione del problema e il seguente allarme che agita specialisti e governatori di molte Regioni. Da Nerola non si entra e non si esce da oltre 24 perché qui, nella casa di riposo Santissima Maria Immacolata, 16 operatori su 40 sono risultati positivi al coronavirus e con loro anche 56 degenti sui 63 ospitati dalla struttura. Ma non è un caso isolato. Da Roma a Messina, passando per Cremona, Foggia, Lecce, Civitavecchia, Rieti: tante sono le Rsa o le case di riposo che stanno registrando un'impennata sui contagi. A Torino ieri è deceduto un medico di famiglia (il 18esimo su scala nazionale) che era in pensione ma prestava servizio in una casa di riposo.

LA MISSIVA
L'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha annunciato l'arrivo di 400 mila mascherine per le Residenze sanitarie del territorio mentre l'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato ha inviato una lettera ai prefetti - proprio dopo il caso di Nerola - per chiedere un supporto alle attività di vigilanza seguendo le «Indicazioni tecnico-scientifiche circa la prevenzione e il controllo dell'infezione da Sars-Cov-2 in strutture residenziali sociosanitarie emesse dall'Istituto Superiore di Sanità» al fine di contenere il numero dei contagi. Nel Lazio sono stati contati 67 casi con una recrudescenza nella provincia di Frosinone, mentre a Roma città sono stati contati 46 contagi.
La direttiva dell'Iss aggiornata al 16 marzo è chiara: disporre il divieto di accedere alla struttura da parte di familiari e conoscenti, mettere in atto un sistema per effettuare lo screening di chiunque entri, dare disposizioni agli operatori affinché prestino attenzione al proprio stato di salute, monitorare con attenzione l'insorgenza di febbre e segni e sintomi di infezione respiratoria acuta o di insufficienza respiratoria nei residenti nella struttura. Le Prefetture del Lazio stanno monitorando la situazione e quella di Roma, ad esempio, dopo aver permesso la creazione della zona rossa a Nerola nell'arco di pochissimo tempo ha garantito l'attivazione «di tutti i moduli operativi necessari». Proprio a Nerola ieri con l'impiego di un camper medicalizzato gli specialisti hanno condotto extra-casa di cura 60 tamponi avviando le valutazioni epidemiologiche, 90 misurazioni della temperatura e altrettante interviste alla cittadinanza.

LE STRUTTURE E I CASI
I numeri dei casi continua a crescere anche perché finora i tamponi e le verifiche non sono state condotte capillarmente in queste realtà che in Italia - stando ai dati disponibili sul portale del ministero della Salute - non sono di certo poche.

Ci sono, infatti, 5.998 strutture residenziali private accreditate e 1.326 centri Rsa pubblici. Passando invece ai casi acclarati, in un mese nella struttura Don Mori di Stagno Lombardo, in provincia di Cremona, 21 pazienti su 70 sono deceduti e per questo motivo il sindaco Roberto Mariani ha chiesto all'azienda sanitaria di Cremona i tamponi per il personale e per tutti gli ospiti. A Messina ieri nella casa di riposo Come d'incanto 62 anziani sono risultati positivi, uno è morto ed è stato disposto il trasferimento in altre strutture per 8 anziani. In provincia di Foggia, nella contrada Fontanelle l'Rsa San Raffaele di Troia ha registrato 22 positivi: 15 anziani e 7 operatori, mentre a Civitavecchia la struttura residenziale Madonna del Rosario - che sarà isolata e riconvertita in centro Covid - ha visto il decesso di una donna di 88 anni. Sempre in Puglia in una casa di riposo di Soleto - La Fontanella - sono risultati positivi 8 anziani dopo il decesso di una ricoverata. I circa 70 dipendenti sono in isolamento domiciliare ma questo ha comportato l'assenza di personale per 48 ore. Infine Rieti dove nella casa di riposo Santa Lucia, in pieno centro storico, 12 anziani sono risultati positivi ai test. La struttura è stata isolata come le altre dieci presenti in città: vietato l'accesso dei familiari, per volontà del sindaco Antonio Cicchetti.

Ultimo aggiornamento: 15:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA