Coronavirus Italia, i furbetti del decreto: ecco i primi 200 denunciati

Giovedì 12 Marzo 2020 di Simone Canettieri
Solo nella Capitale 15 fermati, controlli massicci nei locali della movida

Nella foresta di un decreto troppo largo e ambiguo c’è chi prova comunque ad andare al massimo (ma non a gonfie vele). Come i cinque ragazzi partiti da Napoli e arrivati a Zocca, nel Modenese, per «vedere la casa di Vasco Rossi», hanno confessato ai carabinieri. E sono stati denunciati. Non proprio «una situazione di necessità», terminologia così vaga dentro al quale si sono tuffati in molti, troppi. Stesso discorso per il signore che da Ostia ha raggiunto Fiumicino per «comprare il pesce fresco». E poi, a Torino, l’insaziabile cercatore di carne - nel senso delle schiave del sesso - fermato in piena notte in cerca di compagnia.

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Per non parlare dell’uomo di Padova che, in piena emergenza sanitaria del Paese, ha pensato bene di andare direttamente dai carabinieri per registrare una nuova arma. Ieri i mattinali delle forze dell’ordine all’epoca dei divieti del coronavirus erano puntellati di storie del genere, nate grazie al vulnus del primo Dpcm. Da Nord a Sud, passando per la Capitale. Storie di insostenibile (e pericolosa) leggerezza. Solo i carabinieri hanno denunciato nelle prime 24 ore di controlli 161 persone in giro per lo Stivale, rei di stare fuori casa. Senza rientrare in nessuno dei quattro casi (comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza) contemplati dal decreto e da inserire nel modello di autocertificazione. Altrettanti denunciati, anche se il Viminale per il momento preferisce non dare i dati ufficiali, sono arrivati dalla polizia.

COSA SI RISCHIA In generale, per questi irriducibili del non-sense lo scenario che si prospetta è questo: violazione dell’articolo 650 del codice penale. Ovvero: l’inosservanza di provvedimento di un’autorità. La pena prevista: arresto fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro. Ma poi c’è anche l’ipotesi ben più grave che riguarda la violazione dell’articolo 452: delitti colposi contro la salute pubblica, che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica. In questo caso c’è l’arresto dai sei mesi ai tre anni. Ovvero chi sa di essere contagiato e che dovrebbe stare in quarantena e invece se ne va a zonzo. Tre casi in Toscana: sono una coppia di coniugi controllati in una via di Massarosa e un uomo che era andato fino a Lido di Camaiore. Chi non rispetta, inoltre, il Dpcm falsificando l’autocertificazione finisce nel calderone di falsa attestazione a pubblico ufficiale. Altro tema che si porta dietro una serie di falle.

NELLA CAPITALE A Roma i controlli messi in campo dalle forze dell’ordine sono stati massicci, soprattutto nelle piazze della movida, risultate in linea di massima deserte. Anche se alla fine non poteva mancare chi, come il giovane di Frascati, è stato fermato mentre stava andando a casa della fidanzata. Oppure, è successo ieri mattina, chi ha deciso di farsi una bella corsetta di gruppo in una pineta del litorale romano. Quindici i denunciati nella Capitale per aver violato i dispositivi di sicurezza. La maggior parte sono giovani, incapaci di rinunciare a una cena in compagnia, a un giro in auto o a una chiacchiera con un amico vicino di hotel (è accaduto a un turista francese). Senza dimenticare il writer, pizzicato in uno sfogo d’arte notturno in una fermata della metropolitana.

GLI ESERCIZI COMMERCIALI Più semplici, o meglio senza eccessive sorprese, dal punto di vista dei numeri i controlli sul coprifuoco imposto a ristoranti e bar che dalle 18 - fino alle 6 di mattina - devono tenere giù le saracinesche.
Solo a Roma i vigili urbani hanno effettuato più di 2000 riscontri nelle varie attività commerciali: 6 le irregolarità riscontrate. Dal Viminale ieri aspettavano a tirare un bilancio anche in vista dell’estensione della zona rossa al resto d’Italia. Nel frattempo, in molti si stanno comunque rifugiando nei parchi dove si può andare, ma rispettando le regole di distanza, e quindi in solitudine. Boccate d’aria come valvola di sfogo dalle mura domestiche. Insomma, con il cane sì, a pranzo dai parenti no. Regole di vita che però sono destinate a mutare proprio perché la nuova stretta potrebbe portarsi dietro misure più stringenti per i furbetti dell’autocertificazione e anche per chi non si accontenta di ascoltare Vasco comodamente seduto dal divano.

Ultimo aggiornamento: 10:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA