Coronavirus Italia, Locatelli (Css): in calo positivi e ricoveri in rianimazione. Riaperture? Ne riparliamo dopo Pasqua

Lunedì 30 Marzo 2020
Coronavirus Italia, Locatelli (Css): in calo positivi e ricoveri in rianimazione. Borrelli: record assoluto di guariti

Record di guariti, positivi in calo e un numero più basso di ricoveri in terapia intensiva: questa, in sintesi, l'analisi dell'ultimo bollettino sulla situazione Coronavirus in Italia fatta dal capo della protezione civile Angelo Borrelli e dal presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli.

L'ULTIMO BOLLETTINO Coronavirus Italia: 101.739 casi, 1.628 nuovi positivi, 11.591 morti (+812), 14.620 guariti (+1.590)

«Oggi registriamo 1590 guariti, il dato più alto dall'inizio dell'emergenza coronavirus» in un singolo giorno, che porta il totale dei pazienti che hanno sconfitto l'infezione a 14.620, ha detto Borrelli in conferenza stampa, ribadendo che ​«ognuno di noi deve rispettare le indicazioni delle autorità, dobbiamo seguire l'indicazione di rimanere a casa e uscire solo per lo stretto indispensabile, perché solo rispettando queste misure riusciremo a sconfiggere il virus prima possibile».

Oltre 6mila le denunce fatte ieri dalle forze di polizia agli italiani che hanno violato i divieti. «È un comportamento che non va tenuto - ha aggiunto Borrelli - bisogna evitare il contagio di altri persone».

«La percentuale di incremento del numero di pazienti positivi è scesa dal +11% del 20 marzo al +2% di oggi rispetto al giorno precedente. Dati statistici che ci confortano nel dire che le misure adottate funzionano e che vanno rinnovate», ha detto Borrelli. «La percentuale di incremento dei ricoverati negli ultimi quattro giorni è passata dal 5% al 2%, 3%, 1% oggi», ha aggiunto Locatelli.



«Anche in questa giornata i dati - con la sola eccezione dei deceduti, per i quali ripeto ancora per vedere un effetto serve un intervallo temporale maggiore - sono dati in linea con quelli degli ultimi giorni: calano i positivi, pur a fronte di tamponi non inferiori ad altri giorni, quello dei ricoverati in terapia intensiva non è più marcatamente alto come a inizio scorsa settimana», ha spiegato Franco Locatelli aggiungendo che «in Lombardia, in particolare, a Lodi e Bergamo, le zone più colpite, il numero di eventi respiratori infettivi per cui sono stati chiamati mezzi di soccorso della Regione, è marcatamente ridotto: rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà di interventi sul territorio».

 

«Stiamo andando nella direzione giusta e non dobbiamo minimamente cambiare strategia. Non sarà un processo di ritorno alla normalità dal niente al tutto, sarà graduale, ma l'obiettivo è riuscire a contenere la situazione adesso, prevenire ulteriori focolai epidemici, specie come quelli visti (al Nord, ndr) e ripristinare il più possibile un normale stile di vita», ha proseguito Locatelli. «Certamente ci sarà un prolungamento» delle misure ma la decisione sulla durata «è una scelta che spetta al decisore politico», al presidente del Consiglio e al Consiglio dei Ministri, ha poi sottolineato. «Stiamo vedendo dei risultati - ha proseguito - e questi risultati non li avremmo ottenuti senza le misure di contenimento. E questa è una ragione per continuare a fare questi sacrifici».

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Non è ancora il momento di far uscire i bambini ma appena le condizioni lo consentiranno sarà una delle prime misure che verrà rivista, ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che è anche un pediatra. «C'è una riflessione che riguarda i bambini, si fa fatica a trattenerli in casa, hanno molta voglia di socialità e di gioco, soprattutto con l'arrivo della bella stagione - ha spiegato - come Comitato tecnico scientifico abbiamo ben presente questo e appena sarà possibile non c'è dubbio che riconsidereremo questi aspetti e queste misure. Ma per il momento abbiamo la priorità di mettere un freno a questa situazione».

Una riapertura del paese? «Ne riparliamo dopo Pasqua», ha detto Locatelli. «È una decisione che spetta alla politica e al Consiglio dei ministri, ma è ancora tempo di mantenere misure stringenti. Ne riparliamo dopo Pasqua».


Quindi Locatelli ha spiegato che i test sierologici sugli anticorpi serviranno «per determinare la diffusione del coronavirus e avere informazioni rilevantissime sull'immunità di gregge, usando le informazioni per elaborare strategie fondate su dati solide per far ripartire il paese, specie per le attività produttive. Prioritaria è la tutela della salute, ma bisogna contemperare gli aspetti di economia per evitare i problemi di una situazione economica difficile». Così il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli in conferenza stampa alla Protezione civile.
 

Ultimo aggiornamento: 19:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA