Conselice, la corsa per salvare il paese fantasma: idrovore, chiatte, ruspe e sacchetti di sabbia

In azione centinaia di persone anche con mezzi messi a disposizione dalle aziende della zona

Mercoledì 24 Maggio 2023 di Paolo Ricci Bitti inviato a Conselice
Conselice, la corsa per salvare il paese fantasma: idrovore, chiatte, ruspe e sacchetti di sabbia

dal nostro inviato 


CONSELICE Una chiatta che trasporta una ruspa che solleva e piazza con la benna grandi sacchi bianchi pieni di terra come se fossero mattoncini Lego sull’argine straziato.

E poi il rumore 24 ore su 24 delle pompe azionate anche da gruppi elettrogeni: prima dieci, poi venti, ora almeno 50, anche di quelle che costano decine di migliaia di euro che sono state comprate dalla aziende della zona e messe a disposizione della comunità. E centinaia tra volontari della protezione civile, vigili del fuoco, addetti dei consorzi di bonifica che ammucchiano sacchi di sabbia sempre per bloccare l’afflusso di acqua limacciosa.


A Conselice, sorta dove fino a 2000 anni fa c’era una laguna, non staccano per un istante gli occhi dalla superficie del canale Destra Reno: l’acqua uscita dalla “rotta” ha allagato il paese di 5mila abitanti e ha costretto a sfollare per precauzione anche gran parte dei 3mila residenti della frazione di Lavezzola, per ora all’asciutto. A qualcuno dei lavezzolesi è stato concesso ieri di tornare per qualche ora a prendere abiti e medicinali, ma poi per fare la spesa bisogna allungarsi fino ad Argenta e inoltre ci sono problemi per l’acqua potabile: insomma, è in questo lembo della provincia di Ravenna che non si vede ancora la luce a una settimana dalla catastrofica alluvione. Tanto che la sindaca Paola Pula dice che «nonostante sforzi immani, serviranno almeno altri 10 giorni per far defluire l’acqua da oltre 3mila ettari finiti “sotto”. Bisogna che i cittadini capiscano che devono stare lontano da qua, stiamo vedendo di reperire posti nei bungalow nei campeggi sulla costa». 


L’EMERGENZA<QA0>
Ma perché Conselice è da così tanti giorni un paese lagunare e fantasma? Perché ci sono ancora due metri d’acqua pure maleodorante in gran parte dell’abitato e in parte della zona industriale che ospita colossi internazionali come Unigrà (prodotti alimentari, sua l’iniziativa della chiatta con ruspa), una cittadina nella cittadina che ora si può raggiungere solo in barca? «Non potevamo fare di più» ha detto la sindaca riecheggiando anche i tecnici dei consorzi di bonifica, ma fare leva sull’effettiva eccezionalità della situazione non le è servito a evitare una contestazione davanti al Municipio.

 

 
«Conselice, alta appena 6 metri sul livello del mare, è in una conca delimitata da fiumi (Sillaro, Reno, Santerno) e canali (Destra Reno e Zaniolo Vecchio) - spiega Gianluigi Bartolini, responsabile locale della protezione civile, dopo aver ripulito dal fango lo schermo del cellulare per la millesima volta - Quando a valle, verso Ravenna, è esaurita la possibilità di accogliere acqua e da monte ne continuava ad arrivare, e in quantità mai registrata prima, ci siamo trovati in mezzo. La rete di bonifica ha retto finché ha potuto, e infatti Lavezzola è scampata all’acqua, ma poi un argine del Destra Reno ha ceduto». 
GLI AIUTI<QA0>
Ecco perché l’acqua non defluisce ed ecco perché ieri le quattro imponenti idrovore mobili (ciascuna aspira 3mila metri cubi l’ora) arrivate con i vigili del fuoco slovacchi e con la guardia nazionale slovena - ringraziati pure dal vicepremier Tajani e dal commissario europeo Gentiloni - non sono state mandate qui, ma più a valle. Sono in azione senza sosta a ridosso della zona industriale di Ravenna: fanno tremare il terreno quelle pompe grandi come il bilico di un tir e stanno “scaricando” la rete nella zona più vicina al mare che poi potrà accogliere l’acqua di Conselice, dove nel frattempo dividono gli sforzi su due fronti anche con l’aiuto di alcune idrovore dei Consorzi che sono state rimesse in sesto. 
Riparata la “rotta” del canale Destra Reno, con una battaglia nel fango degna di un dipinto di Giovanni Fattori, le squadre coordinate dai consorzi di bonifica pompano l’acqua nel Santerno, mentre quella di canale Zaniolo Vecchio viene indirizzata dalla “batteria” di pompe nel fiume Reno . Intanto a Conselice ci sono gli sfollati da sfamare (un centinaio è ospitato nelle scuole medie) e almeno 1.600 famiglie fuori casa da coordinare. Mentre a Lugo, qualche chilometro più a Sud, è stato trovato il corpo di un uomo: è la quindicesima vittima dell’alluvione. 


Paolo Ricci Bitti

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