Cocaina in mare al largo di Catania, sequestrate due tonnellate di droga galleggiante : valgono 400 milioni

La droga era imballata, per evitare infiltrazioni d'acqua e l'inabissamento, in circa 70 colli galleggianti scortati da un dispositivo luminoso

Martedì 18 Aprile 2023 di Valentina Errante
Cocaina in mare al largo di Catania, sequestrate due tonnellate di droga galleggiante : valgono 400 milioni

Galleggiavano in mare, non lontano dalla costa catanese. Due tonnellate di cocaina lasciate da una nave in attesa di essere portate a terra da piccole imbarcazioni e poi affidate ai canali di "distribuzione" in Italia e all'estero. È il carico di sostanza stupefacente (con un valore di mercato stimato in oltre 400 milioni di euro) tra i più grossi mai sequestrati. A individuarlo, al largo della Sicilia orientale, e a recuperarlo in mare, tra Catania e Siracusa, sono stati militari del comando provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo etneo e del gruppo aeronavale di Messina. La droga era imballata, per evitare infiltrazioni d'acqua e l'inabissamento, in circa 70 colli galleggianti scortati da un dispositivo luminoso di segnalazione e tenuti insieme da reti. All'interno c'erano oltre 1.600 panetti, per un peso lordo complessivo di quasi 2mila chili.
Il carico è stato avvistato dalle unità aeronavali della Finanza, poi è entrato in azione il nucleo di polizia economico finanziaria di Catania che, con il supporto del reparto operativo Aeronavale di Palermo, ha avviato il recupero.

L'inchiesta sull'operazione, coordinata dalla procura di Catania, è contro ignoti. Adesso si tenterà di ricostruire la rete e, soprattutto, quale gruppo criminale, se legato alla ndranghetra o alla mafia, dovesse recuperarla.

Cocaina galleggiante in mare, la Guardia di Finanza ne sequestra due tonnellate: vale 400 milioni


LA ROTTA MEDITERRANEA
Come chiarisce la relazione 2022 della Direzione centrale per i servizi antidroga, organismo interforze del Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale, «già nel 2020 era stata ipotizzata l'eventualità di una "nuova" rotta mediterranea». La droga arriva via mare dal Sudamerica nei grandi container, «dopo aver fatto tappa negli scali nazionali (Gioia Tauro, innanzitutto), consente a compagini criminali etniche, in particolare albanesi e serbo-montenegrine, di trasferire lo stupefacente nei porti dell'area balcanica, del Mar Egeo e del Mar Nero, dove le stesse organizzazioni possono contare su una fitta rete di contatti, che ne agevolano i traffici. L'ipotesi, alla luce dei sequestri effettuati nel 2021 - si legge - appare sempre più plausibile e concreta, avvalorando uno scenario operativo che vede il nostro Paese come il punto di snodo e di passaggio verso altri mercati di consumo dello stupefacente e il consolidamento sulla scena delle organizzazioni criminali balcaniche, ormai in grado di instaurare rapporti di stretta collaborazione sia con i cartelli criminali dei produttori, che con i sodalizi più strutturati della criminalità autoctona». L'esponenziale crescita dei sequestri nel porto di Gioia Tauro, secondo gli esperti, è direttamente proporzionale alla diminuzione dell'ingresso della cocaina sia in quello di Livorno che in quello di Genova.
Gli analisti sottolineano come, dopo il rallentamento dei primi mesi del 2020, per via della pandemia, sia subentrata una decisa ripresa delle importazioni di stupefacente provenienti dal Sudamerica. Inoltre, se per anni i sodalizi criminali, come la ndrangheta, hanno goduto di un notevole privilegio rispetto alle altre organizzazioni europee di narcotrafficanti, grazie alla loro presenza in America Latina e ai contatti diretti con i fornitori nei paesi di produzione della cocaina o in quelli limitrofi, oggi altri gruppi europei, in veste di protagonisti, sono pronti a organizzare spedizioni di quantità significative di cocaina in Europa e spostarsi in pianta stabile in America Latina. In parte, questa situazione è stata agevolata dalla crescente frammentazione dello scenario criminale in Colombia.

 


LA ROTTA AFRICANA
Oltre alla rotta sudamericana, sempre secondo il report del Dcsa, «la cocaina viene introdotta nel Vecchio Continente anche attraverso la rotta africana, che, dai Paesi dell'America Latina (in particolare dal Brasile), transita in Africa occidentale, nel Golfo di Guinea o in Nord Africa, prima di arrivare in Europa (come evidenziano i sequestri in Marocco e in Africa occidentale effettuati di recente)». Le organizzazioni sudamericane sfruttano il supporto logistico della criminalità locale, approfittando, anche, del territorio del Sahara e del Sahel.

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