Processo Ciro Grillo, la teste chiave in aula: «Silvia mi disse in lacrime: mi hanno violentata tutti»

Nuova udienza sul caso avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019

Sabato 23 Settembre 2023
Processo Ciro Grillo, la teste chiave in aula: «Silvia mi disse in lacrime: mi hanno violentata tutti»

La notte del 16 e 17 luglio 2019 è stata scandagliata in tutti i momenti. Dettagli importanti, come anche quelli della mattina e dei giorni successivi, che sono stati oggetto di domande a una testimone ritenuta chiave, perché una delle due presunte vittime, durante l'udienza a porte chiuse al Tribunale di Tempio Pausania nel processo per violenza sessuale di gruppo dove sono imputati Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.

Non la principale accusatrice - che, invece sarà sentita in quattro udienze fissate tra due mesi - ma l'amica (all'epoca dei fatti), che secondo l'accusa sarebbe stata oggetto di foto oscene mentre dormiva nella villetta a schiera a Porto Cervo, di proprietà della famiglia Grillo. E che fosse addormentata lo avrebbe ribadito lei stessa nella testimonianza in aula, ricostruendo quegli istanti.

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Il processo

«Ha detto che non ha subito alcuna violenza e non ha sentito alcunché, nessuno che urlasse e che chiedesse aiuto», ha spiegato l'avvocata Antonella Cuccureddu del pool di difesa dei quattro imputati. Ma la ragazza ha anche confermato il racconto, già fatto in sede di istruttoria, come ricorda il legale della testimone Vinicio Nardo: si è svegliata a fine mattinata, ha trovato l'amica italo-norvegese sconvolta in un'altra stanza, «mi disse che era stata violentata da tutti». Gli avvocati difensori dei quattro ragazzi hanno anche insistito su alcune circostanze, in particolare soffermandosi sul consumo di bevande alcoliche da parte del gruppo dall'arrivo nella discoteca Bilionaire ai drink al bar nella Promenade di Porto Cervo e nella villetta al Cala di Volpe. «Non eravamo né sobri né ubriachi o incapaci di controllarci», avrebbe detto la testimone incalzata dai legali nella stessa aula nella quale ieri, ha avuto un attimo di commozione (un sussulto, piuttosto che un pianto) quando ha dovuto ricordare le settimane e i mesi successivi.

La testimonianza

«Non vivevo più perché ero terrorizzata dall'idea che mi chiamassero i giornalisti da un momento all'altro vivevo con l'incubo perché addirittura hanno contattato un mio amico». E sarebbe stata proprio questa situazione e le notizie di stampa sulla vicenda ad incrinare il rapporto tra le due amiche nella primavera del 2020 e non un messaggio su whatsapp che la studentessa milanese, 10 giorni dopo, ha inviato all'amica e nel quale si è scusata per non avere compreso la situazione e di non esserle stata più vicina.

Due anni dopo la rottura dell'amicizia le due ragazze si sono incrociate ieri in tribunale ma a distanza: la studentessa italo-norvegese era arrivata con l'avvocata Giulia Bongiorno per assistere all'udienza ma le difese si sono opposte e le due sono state divise, una a raccontare in aula quanto accaduto quella notte, la seconda in un'altra stanza del palazzo di giustizia. Il 7 novembre, e non più il 13 ottobre, sarà, invece proprio lei, la principale accusatrice dei quattro giovani, a salire sul banco dei testimoni per la prima delle quattro giornate dedicate alla sua deposizione. Le altre date sono già state fissate per l'8 novembre, il 13 e 14 dicembre.

Ultimo aggiornamento: 19:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA