Ciro Grillo, inchiesta chiusa: l'accusa è stupro di gruppo. Tre gli indagati per le foto

Martedì 4 Maggio 2021 di Claudia Guasco
Ciro Grillo, inchiesta chiusa: l'accusa è stupro di gruppo. Tre gli indagati per le foto

Violenza sessuale di gruppo contestata a tutti e quattro gli indagati, ma per le foto oscene i responsabili sarebbero tre. Per il presunto stupro avvenuto la notte del 16 luglio nella villa in Costa Smeralda proprietà di Beppe Grillo la Procura di Tempio Pausania ha depositato un nuovo avviso di conclusione delle indagini a carico di Ciro Grillo, figlio del garante del M5S, e dei suoi amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia.

La prima chiusura dell'inchiesta risale allo scorso 20 novembre, nel frattempo i quattro giovani, su loro richiesta, sono stati interrogati un'altra volta. E così, con le quattro versioni dei ragazzi, il procuratore capo Gregorio Capasso e la pm Laura Bassani hanno riformulato uno dei due capi di imputazione.

 


VERSO IL PROCESSO
Riguarda le tre fotografie scattate quella notte. I magistrati avevano dubbi sulle singole responsabilità, poi dopo aver ascoltato di nuovo gli indagati hanno ridefinito le accuse: sarebbero stati Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta a scattare le umilianti immagini con R.M., l'amica della vittima che ha denunciato la violenza, mentre dormiva nella villa al Pevero. Prossimo passo della Procura sarà la richiesta di rinvio a giudizio o l'archiviazione dei quattro indagati, ma da quanto trapela l'intenzione sarebbe quella di chiedere il processo per i giovani. I quattro hanno sempre respinto ogni accusa, sostenendo che i rapporti con la ragazza fossero «consenzienti».

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Nel verbale di denuncia ai carabinieri di Milano lei racconta che il primo a infilarsi sotto le lenzuola è stato Corsiglia. «Poi mi ha spinto sotto la doccia - racconta - ha aperto l'acqua e mi ha spinto contro la parete. Gli ho detto per due volte di smetterla, che era un animale e uno st...zo, ma lui ha continuato più forte tirandomi i capelli». Riferisce anche che dopo la violenza ha cercato conforto e aiuto nell'amica. «Mi sono seduta a terra accanto a lei - mette a verbale - l'ho svegliata, inizialmente non riuscivo bene a parlare, mi chiedeva che cosa avevo e le dicevo mi hanno violentata. R. inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. R. si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce: io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non diceva nulla. Io l'ho presa e l'ho fatta alzare dal divano, le ho detto di vestirsi per andare via».

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Non è successo. Vittorio Lauria le avrebbe convinte a rimanere: «Ci chiedeva di aspettare un po' di tempo perché avendo bevuto alcolici Francesco non poteva guidare e si doveva riposare». Sono le nove di mattina e, prosegue il racconto la ragazza, l'incubo continua peggio di prima. «Sul tavolo c'è una bottiglia di vodka dall'odore strano e che secondo i ragazzi è impossibile da finire». Lauria a questo punto si sarebbe alzato e afferrando la bottiglia avrebbe puntato S.: «Mi afferrava con forza la testa, con una mano mi teneva il collo da dietro e con l'altra mi forzava a berla tutta. Sentivo che mi girava la testa dopo avere bevuto, non ricordo bene». Sono quasi le tre del pomeriggio quando le ragazze prendono un taxi e tornano al b&b dove trascorrevano la vacanza prima di quella notte che ha cambiato tutto. Adesso i legali dei quattro giovani genovesi (Sandro Vaccaro, Romano Raimondo, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli) potranno chiedere un nuovo interrogatorio. I magistrati avranno poi venti giorni di tempo per decidere se chiedere il processo.

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 04:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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