Omicidio stradale, stretta del governo: il cellulare può diventare un’aggravante

Lunedì 20 Luglio 2020 di Emilio Pucci
Omicidio stradale, stretta del governo: il cellulare può diventare un’aggravante

ROMA L’allora premier Renzi si battè per due ragazzi fiorentini, Lorenzo e Gabriele, vittime di un pirata della strada. L’attuale Guardasigilli Bonafede prende ad esempio, invece, la tragedia dell’11 luglio del 2019 quando a Vittoria, in Sicilia, due cuginetti di 11 e 12 anni persero la vita travolti da un Suv a tutta velocità. L’omicidio stradale è diventato un reato a sé il 2 marzo del 2016.

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Con l’articolo 589-bis non è stata modificata la pena (da 2 a 7 anni) per chi “cagiona, per colpa, la morte di una persona a seguito della violazione delle norme che disciplinano la circolazione stradale”. Pena che, però, durante il governo presieduto dall’attuale leader di Iv è stata aumentata da 8 a 12 anni per chi “uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe”. E da 5 a 10 anni se l’omicida ha un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l o ha causato l’incidente per “condotte di particolare pericolosità” (eccesso di velocita’, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).

A distanza di più di quattro anni il ministro della Giustizia vuole imporre un’ulteriore stretta. Ha convocato per oggi pomeriggio a via Arenula un tavolo di maggioranza per chiedere un veloce via libera ad un disegno di legge ad hoc. Una novità rilevante è che nel reato di omicidio stradale diventa un aggravante anche l’uso del cellulare alla guida, ovvero l’utilizzo di “apparecchi radiotelefonici o cuffie sonore”. Dunque guidare al telefono, in caso di omicidio stradale, sarà considerato un’aggravante così come lo è la guida in stato di ebbrezza.
Durante il governo giallo-verde si raggiunse un accordo per imporre multe salate ai trasgressori: ritiro della patente e multe fino a 2500 euro ma con il Conte 2 la riforma del codice della strada è finita su un binario morto. Ora il responsabile della Giustizia vuole recuperare quella norma e dare un segnale.

Il ddl amplia “le condotte di particolare pericolosità” punendo, per esempio, chi “cagiona per colpa” la morte di una persona “oltrepassando una striscia longitudinale”. Inasprisce le pene per chi causa un incidente mortale commettendo “due o più violazioni della disciplina della circolazione stradale”. Depotenzia il concorso di colpa: al momento l’articolo 589-bis c.p. prevede una circostanza attenuante, ovvero che la pena è diminuita fino alla metà nel caso in cui l’evento morte non derivi esclusivamente dall’azione o dall’omissione del colpevole. Ebbene quel comma (il numero 7) viene abrogato.

PUGNO DURO
Stretta soprattutto per chi omette di prestare assistenza “o non si mette immediatamente a disposizione della polizia giudiziaria”: al momento è previsto un aumento di pena di un terzo, ora diventa “di due terzi”, della metà e non più di un terzo se il conducente è in stato di ebbrezza alcolica. Si prevede inoltre che in caso di uccisione di più persone “la pena debba essere aumentata almeno di un terzo”. Per omissione di soccorso è previsto l’arresto obbligatorio, non più facoltativo. “Si introduce l’arresto obbligatorio del conducente che, in caso di omicidio stradale e lesioni stradali aggravate ometta di collaborare, dandosi alla fuga o non prestando la necessaria assistenza alle persone ferite o non mettendosi a disposizione della polizia giudiziaria”, si spiega nella motivazione del provvedimento. 

LE POSIZIONI
La proposta che Bonafede porterà al tavolo però non va nella direzione auspicata da Iv. «L’aggravante dell’uso del cellulare in macchina – osserva per esempio il renziano Cucca – è una stupidaggine.

Impossibile verificarlo, meglio trattare con le case automobilistiche per inserire delle scatole nere». Perplessità arrivano pure dal Pd, disponibile solo ad «interventi chirurgici» ma non ad appoggiare «provvedimenti populisti». M5s insistera’, sara’ braccio di ferro tra i rosso-gialli.

Ultimo aggiornamento: 13:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA