Esattamente dieci anni fa, nel 2013, la città di Teramo si mobilitò riuscendo a coinvolgere forze politiche, ma soprattutto comuni cittadini, probabilmente come mai prima d'allora, tutti schierati dalla parte di un medico, primario ospedaliero, che andava difeso dalla decisione dell'allora dg della Asl di mandarlo via. Lui, sostenuto da tanto calore e determinato ad andare avanti, riuscì in quella battaglia che per pochi aveva come unico scopo quello individualistico, ma per la maggioranza avrebbe garantito il bene del reparto e dei pazienti. Questo è solo un piccolo spaccato di storia del dottor Carlo Vicentini.
«Siamo devastati. È una tragedia che non riusciamo a spiegarci. Il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile» ha detto il dg della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia. «Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di Urologia a gestione universitaria ha aggiunto il dg - Al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini, che era medico ricercato da fuori Teramo e da fuori regione». «Ci avevo parlato qualche giorno fa ha aggiunto l'avvocato di famiglia Emilio Bafile -, anche in quell'occasione si è confermato una persona di livello, di tanti interessi. Una persona di spicco, ma le condizioni del figlio hanno pesato molto sulla sua esistenza». Sui social sono tantissimi i pazienti e gli ex pazienti che continuano a commentare la notizia, sconvolti pure loro per l'accaduto, ma soprattutto increduli. «Era un professionista di riferimento anche per il nostro ateneo» ha ricordato il rettore dell'università dell'Aquila, Edoardo Alesse, che ieri pomeriggio ha raggiunto la villa dei Vicentini.
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