Cadaveri nelle valigie a Firenze, l'ex fidanzata del figlio resta in carcere: «È pericolosa, può uccidere ancora»

Giovedì 24 Dicembre 2020
Cadaveri nelle valigie a Firenze, l'ex fidanzata del figlio resta in carcere: «È pericolosa, può uccidere ancora»

Può compiere altri delitti, ha tuttora dei complici di notevole spessore criminale e nel 2015 uccise i coniugi Pasho con almeno altre due persone che potrebbero averla pure aiutata, insieme ad altri, a sezionare e disfarsi dei cadaveri nelle valigie trovate cinque anni dopo in un campo a Firenze. Elona Kalesha è pericolosa, quindi deve restare in carcere.

L'ordinanza del gip Angelo Antonio Pezzuti conferma anche così la necessità della custodia cautelare in carcere per la donna albanese di 36 anni, ex fidanzata del figlio dei Pasho, indiziata del duplice omicidio dei suoi genitori scomparsi ai primi di novembre del 2015.

Cadaveri nelle valigie a Firenze, arrestata la fidanzata del figlio delle vittime

Il giudice, per il quale sussistono gravi indizi di colpevolezza, ravvisa non solo un pericolo di fuga della donna, ma anche un pericolo di reiterazione dei reati, pericolo che «deve ritenersi concreto e attuale». «Dalla pericolosità di Elona Kalesha - scrive il gip Pezzuti - emerge l'esistenza di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati della stessa specie di quello per il quale si procede», quindi pure l'omicidio. Ella «infatti - scrive il gip nella sua ordinanza - appare stabilmente inserita in un circuito criminale, ha relazioni strette con persone con un notevole calibro delinquenziale e presumibilmente si è avvalsa dell'operato di complici: può pertanto ritenersi che, in termini di certezza o di alta probabilità, Elona Kalesha, qualora non limitata nella sua libertà, non solo torni a delinquere qualora se ne presenti l'occasione, ma che alla medesima si presenti effettivamente un'occasione per compiere ulteriori delitti».

Detenzione in carcere

La detenzione in carcere quindi per il giudice può escludere il pericolo di altri reati in linea con quelli per cui è accusata. Secondo il gip la 36enne «ha ucciso» marito e moglie Pasho «forse in concorso con altre persone, due persone, ha proceduto al sezionamento dei cadaveri al loro trasporto fuori dall'abitazione» di via Felice Fontana a Firenze. È lì che attrasse e fece dormire le sue vittime dopo aver affittato la casa. Una trappola. L'ordinanza ricostruisce le accuse, dall'uccisione di Shpetim Pasho, con una coltellata alla cervice, una lama di 7-8 centimetri larga 2, all'omicidio per asfissia, dopo lesioni dovute forse a un pestaggio, della moglie Tauta. Ci sono i particolari horror del sezionamento dei cadaveri. Ci sono riportate le testimonianze dei condomini che nel 2015 videro armeggiare lei - ma l'avrebbero aiutata altre ragazze, ricorda un'inquilina - con le valigie trolley da cui colava sul pavimento materiale, tipo strisce di sangue, così come da buste di carta. Una teste le disse chiaramente che era odore di carne umana, «di morto», ma Elona replicò che si era rotta una damigiana di vino: secondo la 36enne era quello che puzzava comunque non convinse l'interlocutrice che le ribattè a muso duro sulla sua convinzione.

La ricostruzione

Elona indusse Vittoria (Vitore) Pasho, figlia degli scomparsi, a mentire sull'alloggio di via Fintana dicendo che i genitori avevano dormito a casa sua l'ultima volta visti. L'ordinanza riporta vari stralci di telefonate intercettate dopo il ritrovamento delle valigie tra il carcere e la Fi-Pi-Li. Telefonate non solo del giro albanese ma anche con amiche di Firenze. Nelle conversazioni Elona Kalesha tende sempre a portare gli altri a far ricadere le accuse del duplice omicidio dei genitori sul figlio dei Pasho, l'ex fidanzato Taulant latitante dal 2016 e che solo con le ricerche di carabinieri e Interpol è emerso essere vivo e detenuto in un carcere in Svizzera. Inoltre per il giudice la pericolosità di Elona risulta da ben sette condanne, tra resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, truffe, furto. Ma è dal suo mondo, dai suoi rapporti con complici - che si ipotizza essere di forte spessore criminale -, che sembra trapelare la maggiore preoccupazione del gip Pezzuti. Così ha deciso che la donna deve stare in carcere.

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