Ucciso e decapitato in un angolo sperduto delle colline di Folì in cui mai ci si potrebbe aspettare di imbattersi in un omicidio di tale ferocia.
I FATTI
La famiglia Severi a Civitella di Romagna è molto conosciuta e stimata. In tutto sono sette fratelli, uno è poliziotto (ha anche fondato un associazione per la sicurezza stradale ed è il padre del giovane morto nell'incidente); un'altra è infermiera e ieri è accorsa sul posto («Ditemi se Franco è morto», ha chiesto ai carabinieri).
In passato però c'erano stati screzi tra la vittima e un altro fratello, anche se è presto per dire se vi sia un collegamento con l'omicidio. Ma vediamo la successione dei fatti: il casolare di Franco Severi è raggiungibile solo percorrendo una strada sterrata ed è a una decina di minuti di auto da un popolare agriturismo. Il centro abitato, la frazione Seggio, è più distante. Da inizio anno, quando è morto il padre di 93 anni, vive solo, una volta alla settimana una sorella va ad aiutarlo. Da qualche giorno un amico prova a chiamarlo al telefono, ma inutilmente. S'insospettisce, dà l'allarme e cominciano le ricerche. Mercoledì sera, alle 21.30, la svolta: nel dirupo vicino al casolare viene trovato il cadavere. Si pensa all'incidente, ma manca la testa. No, Franco Severi è stato ucciso, ma non dove è stato rinvenuto il suo corpo. Lì è stato gettato dopo. L'omicidio è avvenuto altrove, così come la feroce decapitazione.
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