Nucleare, la Cina triplica il suo arsenale: allarme del Pentagono. La situazione dell'Italia

Usa e Russia continuano a guidare il club nucleare

Giovedì 4 Novembre 2021 di Paolo Ricci Bitti
Nucleare, la Cina triplica il suo arsenale: allarme del Pentagono

Tra una nuova stazione spaziale e un nuovo missile ipersonico, la Cina rafforza i muscoli anche con l'arsenale nucleare destinato a triplicare in pochi anni. L'allarme arriva dall'ultimo rapporto del Pentagono di cui si è appreso in questi giorni.

D'ora in poi le cifre - va da sé - sono solo indicative perché gli Stati tendono ad essere parecchio riservati in materia, compresa l'Italia che non ha testate nucleari proprie ma anche ospita quelle dell'alleato americano nelle basi di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia) che possono essere trasportate anche da velivoli dalla nostra Aeronautica militare come l'F35. Proprio per queste testate è prevista una progressiva sostituzione dalle B61 alle B61-12 dotate di guida satellitare. Si tratta di qualche decina di "pezzi" la cui manutenzione è affidata a reparti Munss (Munitions Support Squadron) delle forze armate degli Stati Uniti con i gruppi di volo italiani che periodicamente si sottopongono a test per essere abilitati all'impiego degli ordille testate nucleari, utilizzabili anche per le batterie missilistiche. Per decenni, fino al 1991, almeno 26 di queste testate erano custodite anche nell'aeroporto di Rimini-Miramare "Giannetto Vassura" ("Federico Fellini" per lo scalo civile) pronte per "armare" gli F104 del Quinto Stormo, con il boom turistico della costa romagnola sempre accompagnato dalla presenza discreta di questo arsenale nucleare.   

La Cina triplica l'arsenale nucleare

Intanto la Cina potrebbe arrivare ad avere almeno mille testate nucleari entro il 2030, con un'enorme espansione dei suoi attuali arsenali. È questa la stima del rapporto del Pentagono, che lo scorso anno stimava che Pechino avesse nel suo arsenale nucleare fra le 200 e 300 testate. Le nuove stime sono contenute nel rapporto annuale sul China Military Power, riporta il sito di Politico. Nel rapporto si sottolinea come sia fonte di preoccupazione anche l'espansione delle forze navali, con la Marina cinese che ha ora una flotta operativa di 360 navi, superando quella americana di 287. Anche su questo fronte l'intelligence militare Usa prevede una forte espansione: entro il 2030 la flotta operativa cinese potrebbe arrivare a 425 navi.

Fino a mille testate nel giro di dieci anni in Cina? Tante? Non proprio per le cifre del ristretto club nucleare, perché anche con il consistente aumento la Cina resterà di gran lunga staccata dalle grandi potenze tradizionali Usa e Russia, vincolate peraltro dal Trattato Start che impone controlli reciproci. La Russia vanta allora 6.850 testate fra quelle attive e quelle di "riserva", distinzione di fatto assai labile perché basta poco per rendere operative quelle della seconda categoria. Seguono gli Stati Uniti con 6.450 testate in grado di essere lanciate con centinaia di missili terrestri e navali e con i bombardieri strategici.

In Europa, oltre alle testate Usa, sono la Francia e la Gran Bretagna a disporre di "personale"  forza di deterrenza nucleare, con la Brexit che sta ponendo qualche dubbio in ambito Nato. Vicino alla Cina preoccupano poi gli intenti della Corea del Nord che con la popolazione alla fame continua a investire in un programma nucleare basato - per ora e a quel che si sa - su missili a media gittata. Va ricordato, infine, che quarant'anni fa le testate nucleari erano fra le 60mila e le 70mila.  

La situazione degli arsenali nucleari

Stati aderenti al trattato di non proliferazione nucleare (Tnp)

Russia 6.850, Stati Uniti 6.450, Francia 300, Cina 280, Gran Bretagna, 215.

Stati non aderenti

Pakistan 150, India 140, Israele 80, Corea del Nord 20. 

Paolo Ricci Bitti

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 03:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA