Eboli, pitbull uccidono un bambino di 15 mesi: non erano sorvegliati dalla proprietaria. Si va verso l'indagine per omicidio colposo

Il sindaco dice che «nessuno si spiega come sia potuto accadere in quanto questi cani sono lì da sempre»

Lunedì 22 Aprile 2024 di Stefania Piras
Eboli, bambino sbranato a morte da due pitbull non sorvegliati dalla proprietaria di 31 anni. Si va verso l'indagine per omicidio colposo

La promiscuità e la continguità con degli animali così pericolosi è stata fatale per il piccolo Francesco, un lattante di 15 mesi, azzannato con violenza mortale da due pitbull stamattina a Eboli.

Bimbo di 15 mesi sbranato da due pitbull a Eboli

Stamattina i pitbull hanno dimostrato, ancora una volta, la loro potenziale pericolosità a contatto con gli esseri umani, se non adeguatamente sorvegliati. 

I due cani killer che hanno sbranato a morte il piccolo Francesco Pio D'Amaro sono attualmente sotto sequestro e in custodia al servizio veterinario locale. Il reato per cui si sarebbe intenzionati a procedere è l'omicidio colposo, e nel momento in cui scriviamo la Procura ha già aperto un'indagine delegando i carabinieri guidato dal capitano Gentili agli accertamenti che questo caso choc merita.

A rispondere per quello che è successo sarà la proprietaria dei cani: una barista di 31 anni che potrebbe presto essere iscritta nel registro degli indagati.

Eboli, bimbo ucciso dai pitbull

Bimbo azzannato a morte da due cani, la dinamica

É successo tutto nel giro di poco tempo: un'aggressione lampo che solo a pensarci fa tremare i polsi. La prima ricostruzione sommaria degli eventi vede Francesco in casa con la mamma e due zii materni. Al momento dell'aggressione non era presente sul posto la coppia che possiede i cani. I pitbull sono risultati comuque non sorvegliati, liberi di circolare nello spazio aperto di fronte al caseggiato. Fonti investigative confermano che il piccolo si trovava in braccio allo zio. Nel momento in cui l'adulto e il bimbo sono usciti, si sono spostati assieme fuori dalla casa, sono stati aggrediti dai cani che erano liberi nel cortile della villetta a due piani che sorge in una frazione di Eboli. Un attacco brutale in cui in pochi minuti il bimbo è stato letteralmente strappato dalle braccia dello zio e ucciso a colpi di morsi.

La madre di Francesco, quando si è accorta di quello che stava succedendo, ha provato a liberare dalla furia dei cani il figlioletto. Ma gli animali non hanno risparmiato neppure lei e le si sono scagliati addosso, così come hanno aggredito lo zio, ferito al ginocchio. Il tentativo disperato della donna non ha potuto nulla contro la brutalità dei pitbull: il bimbo è morto. 

Quando intorno alle 9 del mattino i carabinieri di Eboli sono arrivati si sono trovati davanti una scena di disperazione. La mamma di Francesco aveva i vestiti inzuppati di sangue e a terra, sul cortile adiacente l'ingresso, c'erano il corpicino massacrato e i resti della battaglia contro gli animali: i bastoni con i quali la mamma e lo zio hanno provato in tutti i modi a separare i cani dal bambino. Gli investigatori sono ancora sul posto con il medico legale e il pm. Dovranno recuperare tutti i dettagli utili a comprendere l'esatta dinamica dei fatti. 

«I cani - ha spiegato Milena Santoro, la zia del bambino - erano già chiusi in stanza quando sono arrivata. Non ho neanche visto il piccolo, che era mio nipote. La mamma è mia sorella. Lei mi ha raccontato che i cani l'hanno attaccato direttamente». «I cani - ha raccontato ancora la donna - non conoscevano il piccolo perché quando lui usciva, venivano chiusi. Forse sono scappati dalla stanza quando lo hanno visto. Erano di una mia amica che abita qui. Noi li conoscevamo, ma non si sono mai buttati addosso a noi. Mia sorella è venuta qui solo ieri sera a casa della sua amica con il bimbo. Ha dormito qui con l'amica. Il papà del bimbo invece non c'era».

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A quanto si sa, la coppia che possiede i cani (la formale proprietaria è una donna di 31 anni) vive al primo piano della villetta mentre al piano terra dormiva saltuariamente la mamma della vittima. Tra la coppia e la donna, già madre di altri due figli e già seguita dai servizi sociali in passato, ci sarebbe un rapporto di amicizia, mentre il sindaco di Eboli, Mario Conte, parla di una comunità sconvolta e dice che «nessuno si spiega come sia potuto accadere in quanto questi cani sono lì da sempre e non hanno mai dato segnali di aggressività».

Dove venivano tenuti abitualmente? Si parla di una stanza chiusa ma da cui tuttavia sono potuti scappare, a quanto pare. Perché hanno potuto avvicinarsi e accanirsi con quella ferocia su un bimbo così piccolo e custodito dall'abbraccio di un famigliare? Al di là di inesistenti precedenti segnali di aggressività, gli addestratori sono chiari: i pitbull non sono cuccioli da pet therapy, non sono assimilabili a una vita famigliare. 

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 12:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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