LONGARONE (BELLUNO) - C'era una tazzina con dentro dell'hashish nella camera del piccolo Nicolò, il bimbo di due anni di Longarone deceduto il 28 luglio per avvelenamento. Un particolare agghiacciante quello che emerge dall'inchiesta sulla morte del minore, che vede come unico indagato per omicidio colposo il padre 39enne Diego Feltrin. Nella lunga lista di reperti sequestrati dai carabinieri nella casa dei genitori, a Codissago nel Bellunese, c'è un involucro di cellophane. Contiene un pezzo di «sostanza resinosa verosimilmente tipo hashish» del peso di 1,2 grammi, ritrovato in una tazzina nella cameretta del bimbo.
Bimbo morto, droga ovunque
in quella casa Dopo il decesso del piccolo all'ospedale di Pieve di Cadore i sanitari chiamarono subito i carabinieri, che procedettero ad una ricognizione della casa dei genitori a Codissago di Longarone. Vennero fotografati e schedati tutti i farmaci che erano nell'abitazione e venne sequestrato diverso materiale. L'hashish, pur in modica quantità, era ovunque in quella casa. In cucina: all'interno di una credenza c'erano tre pezzi di sostanza per il peso di 2 grammi. E ancora 2 involucri per altri 3,5 grammi. Ma è nella camera da letto dei genitori che è stata trovata più droga. Qui, sopra una mensola c'era un pezzo di «sostanza resinosa verosimilmente tipo hashish», scrivono i carabinieri, per 1,5 grammi.
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Sopra il davanzale del termosifone c'era un involucro con 3,3 grammi. Sopra il cassettone dentro un portaoggetti in metallo un altro pezzo di hashish per 0,1 grammo. E ancora sopra la mensola, sempre in camera «due involucri entrambi con bruciature uno dei quali contenente 4 pezzi di sostanza resinosa verosimilmente tipo hashish del peso di 0,7 grammi, mentre l'altro con residui evidenti di sostanza stupefacente verosimilmente tipo hashish». Ritrovato infine un bilancino elettronico di precisione digital scale di colore grigio che era all'interno di un mobile della cucina.
Cosa è successo il giorno della tragedia?
La ricostruzione della giornata in cui avvenne la tragedia era stata fornita ai carabinieri dal padre stesso, che raccontò quelle ore che hanno preceduto al malore del suo piccolo in questo modo. La mattina erano andati al parco sotto casa, a Codissago, per giocare. Nicolò avrebbe ingerito una sostanza marrone che il padre gli ha subito tolto di bocca. Poi erano tornati a casa per pranzo e il piccolo era stato messo a letto per il pisolino.
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Ma quando il padre era andato a svegliarlo, lo aveva trovato come rintontito. Immediata la corsa all'ospedale di Pieve di Cadore con la propria auto: Nicolò è arrivato ormai incosciente e i medici nonostante tutti i tentativi non sono riusciti a salvarlo. I carabinieri del Nucleo investigativo provinciale di Belluno, con i colleghi della stazione di Longarone, iniziarono subito gli accertamenti con ricognizioni in casa e al parco. Nell'area verde non venne trovato nulla, in casa la droga. Un quadro inspiegabile, al momento. Entrambi i genitori sono incensurati e provati dalla tragedia che li ha travolti. E ieri è arrivato il nulla osta per i funerali del loro piccolo, che si terranno sabato ore 15 nella chiesa di Fortogna, a Longarone.