Alessia Pifferi, il pm: «Nessuno scrupolo, per divertirsi ha abbandonato la figlia in casa». Ipotesi gocce nel biberon

Contestata l'aggravante dei futili motivi

Venerdì 22 Luglio 2022 di Federica Zaniboni
Alessia Pifferi, il pm: «Nessuno scrupolo, per divertirsi ha abbandonato la figlia in casa e l'ha lasciata morire»

Per tenerla calma, la mamma le avrebbe somministrato alcune gocce di un tranquillante, così che la piccola Diana, di soli 16 mesi, non avrebbe pianto né attirato l’attenzione di nessuno. Il sospetto degli inquirenti è che la madre Alessia Pifferi gliele abbia date anche prima di abbandonarla a casa per 6 giorni, assicurandosi che i vicini non si accorgessero che la bimba stava morendo di fame e di sete. Chi abita nelle palazzine accanto, nella periferia Est di Milano, racconta di non avere mai sentito un solo suono provenire da quella abitazione. Se la bimba avesse urlato, qualcuno forse sarebbe riuscito a salvarla.

Alessia Pifferi, chi è la mamma che ha abbandonato a casa la figlia di 16 mesi per 6 giorni

SOLO BUGIE
La vita di Alessia, 37 anni, era una bugia dietro l’altra. Era disoccupata, ma si spacciava per psicologa infantile. Durante la settimana trascorsa col fidanzato in provincia di Bergamo raccontava che la figlia si trovava al mare con la zia. Quando si allontanava per giornate intere, invece, la 37enne diceva ad amici e conoscenti che la piccola era accudita da una babysitter. Ma il mondo conosciuto da Diana era in realtà fatto di una solitudine struggente. Chi avrebbe dovuto prendersi cura di lei la lasciava a casa, senza nessuno, per interi weekend (almeno due o tre dallo scorso giugno). 

 


I FARMACI
Nata prematura nel gennaio del 2021, era sempre rimasta piccola e gracile rispetto ai bambini della sua età. La mamma ha raccontato alla polizia che il giorno prima di quell’ultimo e fatale abbandono, Diana sembrava agitata e, forse per la crescita dei dentini, sbavava. «Le ho dato alcune gocce di tachipirina», ha detto. E poi, di nuovo, gliene avrebbe somministrate altre il pomeriggio seguente, subito prima di partire. Ma l’unico farmaco che è stato trovato in quell’appartamento in zona Ponte Lambro è l’En, un ansiolitico. Il flacone era pieno a metà e appare sempre più verosimile che quello mancante sia stato assunto dalla bambina. Accusata di omicidio volontario aggravato, Alessia Pifferi viene descritta dal pm Francesco De Tommasi come una persona «pericolosa, senza scrupoli e capace di commettere atrocità». Ieri è stata sentita dal gip di Milano, che oggi dovrebbe prendere una decisione in merito alla richiesta della Procura di convalida del fermo.


PRIMA DI LEI
La piccola Diana non è purtroppo la sola bimba a cui la vita è stata strappata da chi l’ha messa al mondo. Dallo sconvolgente caso di Annamaria Franzoni – che, seppur condannata, ha sempre negato di avere ammazzato il figlio Samuele di tre anni nel 2002 a Cogne – a quello più recente di Martina Patti, la 23enne che il mese scorso ha finto il rapimento, nel Catanese, della sua bimba Elena Del Pozzo, per coprire in realtà un atroce omicidio. Delitto che ricorda, per le modalità, quello del piccolo Loris Stival, per la cui morte è in carcere la madre Veronica Panarello, che nel novembre del 2014 aveva inscenato la scomparsa del figlio in provincia di Ragusa.

 
Nonostante spesso sia spontaneo domandarsi quale disturbo mentale si celi dietro a un simile gesto, lo psichiatra e saggista Paolo Crepet ritiene che nella maggior parte dei casi non vi sia alcuna malattia psichica. «Non voglio tradurre automaticamente questi delitti in psicopatologie – spiega – perché sarebbe troppo facile. Si finisce col dire “quella è matta, che ci vuoi fare?”. Non si diventa matti da un giorno all’altro, anche perché in quel caso ci sarebbe il tempo di intervenire. La mente umana non funziona così». Secondo l’esperto, un fattore determinante nell’impossibilità di prevenire queste tragedie è la solitudine. «Nel 2022 siamo più soli che mai. Dal boom economico è arrivata la solitudine, dalle tecnologie digitali si è acuita. Proviamo un senso di abbandono, non ci fidiamo degli altri. Se qualcuno si accorgesse di un disagio, farebbe qualcosa».

Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA