Beni confiscati alle mafie, uno su tre è inutilizzato. Il pasticcio dei fondi Pnrr

Nel Piano previsti soldi per il recupero. Escluse regioni come Lazio e Lombardia

Lunedì 14 Novembre 2022 di Valentina Errante
Beni confiscati alla Mafia, il pasticcio dei fondi Pnrr: un bene su tre inutilizzato

Si chiama Agenzia per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati, ma di fatto gli immobili e le società che gestisce sono soltanto quelle sottratte alla criminalità che facciano già parte del patrimonio dello Stato: confische definitive, disposte da sentenze che spesso arrivano a molti anni dal sequestro. Così gli immobili, quando vengono trasferiti agli enti locali, sono deteriorati o vandalizzati e le società in liquidazione. I comuni non hanno i soldi per ristrutturarli e l’assegnazione ad associazioni o cooperative che abbiano scopi sociali o di impresa viene rinviata. Per questo 300 milioni del Pnrr, in otto regioni tutte del Sud, finanzieranno progetti presentati da comuni e associazioni per risistemare ville, palazzi o semplici appartamenti confiscati.

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I NUMERI

Le criticità sono tante ancora tante, ma dal 2020 al 2021, come emerge dalla relazione annuale, l’Agenzia ha incrementato del 113% la destinazione dei beni.

Al 31 dicembre dello scorso anno, rispetto ai 19.255 beni in gestione, sono ancora 6.486 quelli da assegnare (33%). Tra le 16 Regioni e 71 tra province e città metropolitane con cui l’Agenzia ha avviato interlocuzioni per l’affido di 2.664 beni, solo su 1.637 è stato esercitato favorevolmente il diritto di opzione. A livello nazionale, la destinazione è andata a buon fine nel 61,45%, in 355 comuni. È emerso però che, a fronte dell’incremento dei trasferimenti, è cresciuto anche il numero dei nuovi beni consegnati all’Agenzia da 17.513 a 19.255, con un aumento di circa il 10%. Si tratta soprattutto di proprietà parziali (alcune volte indivise). Alla fine dello scorso anno, il numero di beni ancora da assegnare era 6.486, cioè a circa il 33% del totale.

IL PNRR

Anche la distribuzione dei beni confiscati sul territorio rappresenta una criticità. La forte concentrazione in alcune aree, spesso di ridottissima dimensione, ha portato a un livello di saturazione rispetto alle concrete possibilità di acquisizione e di riuso, con difficoltà per gli enti locali di gestire e valorizzare ulteriori acquisizioni. In testa c’è la Sicilia, dove i beni trasferiti sono 7.679, al secondo posto la Calabria (3.069) seguita da Campania (3.046) e dalla Puglia (1.814). Per questo il ministero per il Sud, attraverso l’Agenzia per la Coesione, ha previsto che 300 milioni di euro di fondi del Pnrr siano destinati ai progetti di ristrutturazione degli immobili confiscati. Non sono previsti invece finanziamenti per le start up e resteranno fuori regioni come la Lombardia dove i numeri stanno crescendo: sono 1.521 i beni che l’Agenzia ha trasferito agli enti locali.

Ultimo aggiornamento: 15:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA