Ivoriana picchiata e derubata a Bari: «Torna al tuo Paese». Lei: «Colpa del clima politico»

Martedì 26 Febbraio 2019
Ivoriana picchiata e derubata a Bari: «Torna al tuo Paese». Lei: «Colpa del clima politico»

Calci e pugni sulla testa e all'addome, e poi quel «brutta nera, tornatene al tuo Paese». È stata un'aggressione di gruppo, probabilmente a sfondo razziale, quella che ha subito una 47enne di origini ivoriane ormai da trent'anni residente a Bari. Edith, venuta in Italia dalla Costa d'Avorio non ancora maggiorenne, oggi è madre di due figli di 27 e 9 anni, di padre italiano. Italiani, quindi, come lei che da anni ha la cittadinanza e «non ricordo neanche più come era fatta la mia terra», racconta.

In trent'anni per la prima volta ha sperimentato la violenza «per il colore della mia pelle» e non ha dubbi che a fomentare questo clima di odio e violenza sia l'attuale politica. 

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«Se Salvini sventola la bandiera del razzismo ad alta voce - dice - chi prima era razzista ma aveva paura a farlo vedere, adesso non ha più timore e aggredisce, pensando di non essere mai punito». L'aggressione, formalmente denunciata dalla donna ai Carabinieri di Bari che hanno informato la Procura e avviato le indagini, risale a mercoledì scorso, 20 febbraio. Edith, impiegata per la ristorazione a bordo dei treni, tornava a casa dal lavoro intorno alle 18.30. Mentre camminava in un sottopassaggio, in una zona centrale e trafficata della città, sarebbe stata colpita e insultata «da 5 o 6 donne e poi anche da due uomini» dopo aver chiesto loro di spostarsi per lasciarla passare sul marciapiede dove il gruppo era fermo a chiacchierare.  
 


Dopo averla colpita, il branco le avrebbe rubato anche il telefono col quale la donna stava chiamando la Polizia. Le lesioni riportate e refertate in ospedale sarebbero state causate da pugni in faccia e sulla testa e poi da calci all'addome. «In trent'anni, da quando sono a Bari - racconta Edith - non mi era mai capitata una cosa del genere e non avevo mai sentito di aggressioni così. Ora ho paura per i mie figli, per come va il mondo». Dopo essere stata accerchiata, picchiata e insultata, Edith è stata soccorsa da un benzinaio che lavora vicino al luogo dell'aggressione, il quale ha chiamato i Carabinieri e il 118, mentre gli aggressori fuggivano.

Edith racconta di essere stata «discriminata» anche da una operatrice sanitaria che l'ha «accusata di aver inventato l'aggressione per avere un permesso dal lavoro». Le indagini dei militari punteranno a identificare i presunti aggressori, grazie ai video delle telecamere della zona in corso di acquisizione, e all'accertamento della fase successiva dei soccorsi. Sulla vicenda è intervenuta anche l'assessore al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico, evidenziando che «i fenomeni di razzismo si stanno moltiplicando in città. C'è bisogno di denunciare - dice - ma anche di educare le nuove generazioni affinché non assorbano i sempre più frequenti messaggi di odio».

Ultimo aggiornamento: 19:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA