Avvocato e tuttofare tentano di far sparire un’eredità da 25 milioni di euro a Roma, il badante sventa il colpo

A processo per circonvenzione di incapace di Amalia Maria Russo

Sabato 9 Marzo 2024 di Michela Allegri
Avvocato e tuttofare tentano di far sparire un’eredità da 25 milioni di euro a Roma, il badante sventa il colpo

Sembra la trama di un film: un avvocato e quattro badanti che escogitano un piano per mettere le mani su un’eredità milionaria. Piano che viene sventato da un altro domestico, che presenta una denuncia alla Procura di Roma e fa scattare un’inchiesta per circonvenzione di incapace. È tutto vero ed è successo nella Capitale, dove, al centro di un’indagine del pubblico ministero Daniela Cento, già sfociata in un processo, c’è il patrimonio da 25 milioni di euro di Amalia Maria Musso, moglie del calciatore Sergio Piacentini, che giocò nel Torino dal ‘39 al ‘46, morta dopo il marito a 91 anni nel 2019.

Le accuse sono ancora tutte da dimostrare, ma la badante storica, Monica Gagliardone, insieme ai colleghi Davide Berti, Ghiziane Mounyarou e Zoubida Haoudi, e all’avvocato Saverio Fatone, sono già approdati sul banco degli imputati. Sembra che l’anziana avesse intenzione di lasciare tutti i suoi averi alle persone bisognose, compreso un appartamento nel centro di Roma. L’ipotesi della Procura è che il legale e i collaboratori domestici, negli ultimi anni di vita della donna, affetta da un grave deterioramento cognitivo, abbiano cercato di mettere le mani su denaro e immobili. La prima ad entrare in scena, per l’accusa, sarebbe stata la Gagliardone. Nel capo di imputazione si legge che, «approfittando, in qualità di badante della persona offesa, dello stato di deficienza psichica della stessa», affetta da una patologia «tale da renderla incapace di provvedere consapevolmente e autonomamente ai propri interessi», avrebbe convinto l’anziana «a nominarla sua erede universale in un testamento dell’ottobre 2017. Un atto con il quale la donna avrebbe lasciato a lei tutti i suoi beni, «per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro», si legge nel capo di imputazione. Alla donna viene contestata l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso di relazioni domestiche e di prestazione d’opera. I fatti, in questo caso, risalgono al 4 ottobre del 2017, data del testamento acquisito dalla Procura. 

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LE ACCUSE

La storica badante della donna è accusata anche di furto, per essersi «impossessata di numerosi gioielli di ingente valore», nel 2018. Anche Davide Berti, un altro collaboratore domestico, è accusato di circonvenzione di incapace: secondo la Procura avrebbe indotto la donna a donargli, «con atto pubblico del 29 dicembre 2017», 250mila euro, corrisposto con assegno bancario. Stessa contestazione anche per le altre due badanti e per l’avvocato Fatone. Avrebbero cercato di indurre l’anziana a rendere un atto di ultime volontà con il quale «avrebbe lasciato in eredità a Ghiziane Mounyarou un immobile in via dei Tadolini», oltre alla somma di 2 milioni di euro, avrebbe trasferito all’altra badante un milione e il resto del patrimonio mobiliare e bancario - pari a circa 15 milioni - e immobiliare - altri 10 milioni - di proprietà di una società a lei riconducibile a una fondazione «di prossima costituzione, che avrebbe avuto la sede legale presso lo studio di Fatone e sarebbe stata da lui presieduta». Un fatto, avvenuto nel maggio 2018, che non si è concretizzato per «cause indipendenti dalla volontà» degli imputati, visto che il Notaio «constatava che tali previsioni non rispondevano all’effettiva volontà della testatrice». Ma c’è anche un’altra vittima, grazie alla quale il caso è finito al vaglio della Procura. Si tratta di Sampath Herath, 52 anni, nato in Sri Lanka, il quinto badante della donna. Il 26 febbraio 2019, tre giorni dopo la morte dell’anziana, è ricoverato al policlinico Gemelli, non si trova in uno stato di lucidità a causa di una pesante terapia farmacologica. Fatone lo sarebbe andato a trovare cercando di convincerlo a sottoscrivere una delega per incassare una polizza da 500mila euro, stipulata a suo favore dall’anziana, e cedere a lui 100mila euro, oltre a sottoscrivere una procura alle liti in bianco. Lui aveva firmato, poi, però, aveva presentato denuncia.

Ultimo aggiornamento: 18:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA