Attanasio, la moglie Zakia: «Era un angelo, non un eroe» Giallo sulla conversione di Luca all'Islam

Giovedì 25 Febbraio 2021 di Flaminia Savelli
Attanasio, la moglie Zakia: «Era un angelo, non un eroe» Giallo sulla conversione di Luca all'Islam

«So solo che Luca non c'è più. Mi ha lasciato sola con le nostre bimbe: è un dolore troppo forte». Arrivano dritte al cuore le parole di Zakia Seddiki la moglie di Luca Attanasio, l'ambasciatore italiano ucciso in un agguato in Congo.

Ieri mattina ha atteso i risultati degli esami autoptici nell'istituto di Medicina legale del policlinico Gemelli. Poi è andata via, per trascorrere alcune ore con le tre figliolette. Quindi nel pomeriggio è tornata, questa volta alla camera mortuaria. Stretta nell'abbraccio della sorella Samia che non le ha lasciato un istante la mano: «Per me Luca era tutto» ha detto ancora Zakia mentre le parole si scioglievano in pianto. Senza però mai scomporsi: «Dicono che è un eroe. Per me invece era un angelo che ora non c'è più. Non riesco ancora a capire cosa sia accaduto e perché. Mio marito era un uomo buono, non so chi potesse avercela con lui. Questo per me e la mia famiglia è il momento del silenzio e della preghiera».

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Addolorata e sconvolta anche Samia: «Siamo tutti qui per Luca e per mia sorella, non è sola e deve sentire il nostro affetto. Ma su quello che è accaduto a mio cognato, solo le indagini potranno fare chiarezza».
I FUNERALI
Stretta nell'abbraccio della famiglia Zakia si è allontanata e ha accompagnato l'Imam Shekh Tayeb nella camera mortuaria. La famiglia Attanasio si è raccolta per oltre un'ora insieme all'Imam: «Sono stato incaricato dalla moschea di venire qui e aiutare Zakia in questo doloroso percorso. Abbiamo vestito Luca di bianco e abbiamo recitato insieme una preghiera per salutarlo tutti insieme».

 


L'ambasciatore italiano e la moglie di origini marocchine e di fede islamica, si sono infatti sposati nel 2015 prima secondo il rito cattolico e quindi con il rito musulmano. Alcune comunità islamiche in Italia si stanno dunque organizzando per celebrare questo venerdì la Salat al ghaib, la preghiera per il defunto. I funerali di stato verranno invece celebrati a Limbiate, la città dove l'ambasciatore era nato e cresciuto.
Venerdì inoltre sarà allestita la camera ardente in comune dalle 10 alle 19. Si terranno infine sabato alle 10 i funerali con il rito cattolico: l'Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini celebrerà la funzione nel centro sportivo di Limbiate di via Tolstoj.

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Don Angelo Gornati, parroco di Lambiate ieri in serata ha chiarito: «Luca era un cattolico praticante. Lo conoscevo bene, ho celebrato personalmente il suo matrimonio con il rito previsto per la mista religione. In pratica si permette ad una persona di altra religione di assistere alla promessa e all'impegno sacramentale. La stessa cosa Luca ha fatto in Marocco, con una cerimonia simile per la moglie».
LA PREGHIERA
Ancora ieri pomeriggio, nella cappella dell'ospedale romano, poco dopo le 17 si è svolta una preghiera insieme agli amici e ai colleghi di Vittorio Iacovacci, il carabiniere della scorta dell'ambasciatore morto nello stesso agguato. Le due famiglie, quella di Attanasio e di Iacovacci, si sono incontrate insieme agli amici e ai parenti più stretti per un ultimo saluto. Tanti i colleghi e gli amici del militare arrivati da Latina dove era nato e cresciuto: «Vittorio era un ragazzo meraviglioso, aspettavamo tutti il suo ritorno. Nessuno si rassegna alla sua morte in un modo tanto assurdo» ha detto commosso un amico del carabiniere. I genitori e la fidanzata erano arrivati ieri mattina presto. Anche loro hanno atteso il termine dell'autopsia. Quindi sono stati accompagnati da un'equipe di specialisti e psicologi del policlinico Gemelli: «Sono tutti molto provati, ecco perché abbiamo dato loro tutto il supporto necessario per affrontare questo doloroso momento» hanno spiegato i medici.

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La conversione all'Islam

L’Unione delle comunità islamiche d’Italia (UCOII) ritiene di non doversi esprimere per rispetto alla famiglia del dottor Attanasio. La scelta religiosa appartiene alla dimensione personale e non deve incidere in alcun modo sulla percezionedell’orribile attentato.
L’UCOII invita tutti a non strumentalizzare la dimensione personale delle vittime e a pregare per loro e le loro famiglie.

 

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 02:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA