Continua la polemica tra Di Maio e Atlantia. A Genova, ai piedi del Ponte che non c'è più, sperando in quello che ci sarà, Luigi Di Maio è un fiume in piena. Promette «giustizia» per i 43 morti nella tragedia del 14 agosto scorso. Attacca la famiglia Benetton. Nega che il titolo Atlantia crolli per le sue dichiarazioni. E poi evoca - come una sentenza annunciata - la revoca ad Autostrade della concessione autostradale, sfidando Salvini e la Lega. «Le concessioni autostradali non sono state fatte per mantenere le rendite di generazioni di Benetton. Sogno autostrade gratis», scandisce evocando anche quel 7% di rendita che piacerebbe a qualunque risparmiatore. «In Borsa i titoli crollano se non lavori bene non è questione di dichiarazioni» è la linea nel caso la Consob dovesse occuparsi degli effetti delle sue dichiarazioni di ieri.
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«Se il 14 agosto la politica e il governo vuole andare a commemorare le vittime, ci vada, con la revoca delle concessioni almeno avviata.
Anzi, il leader dei 5 stelle sogna «un Paese in cui le autostrade non si pagano come in Germania, come in altri Paesi europei». Non solo: la giustizia dei giudici «con i processi e i risarcimenti» sembra non bastargli. «Come Stato abbiamo il dovere di togliere le autostrade italiane a chi non ha fatto le manutenzioni. Ed è quello che porteremo avanti». assicura. A chi gli fa osservare il crollo in borsa di Atlantia replica «non è questione di dichiarazioni, ma di fare il proprio dovere». Tradotto: bisognava preoccuparsi dell'andamento del titolo quando si decideva come e se fare la manutenzione del Ponte Morandi: dopo il crollo Atlantia perse in Borsa nei 2 giorni successivi quasi il 30% e adesso è ancora l'8% sotto. Oggi ha chiuso con un guadagno dell' (+1,1%) ma resta sempre decisamente sotto i valori della scorsa settimana già messi sotto pressione dalle decisioni delle autorità dei trasporti sul calo dei pedaggi autostradali, e al complicarsi del dossier Alitalia con l'ingresso di Atlantia per nulla scontato. Anche la compagnia aerea oggi è stata oggetto di schermaglie fra i due vicepremier. «Con Matteo Salvini lavoro bene ma mi spiace quando perde la memoria. Su Alitalia sto riparando il disastro dei capitani coraggiosi voluti dal Governo Lega-Berlusconi del 2008» è la stoccata del leader pentastellato. «L'importante è che gli aerei non rimangano a terra, che portino in Italia i turisti e che portino nel mondo gli italiani» replica il leader leghista adottando quel linguaggio «più freddo» che il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia chiede per le società quotate.