Covid, oltre la metà dei contagi viene trasmessa da positivi asintomatici: la mascherina riduce del 70% il rischio

Domenica 22 Novembre 2020 di Claudia Guasco
Covid, oltre la metà dei contagi viene trasmessa da positivi asintomatici: la mascherina riduce del 70% il rischio

Quanto influiscono gli asintomatici nella diffusione del Covid? I dati suggeriscono che circa una persona contagiata su cinque non accusi alcun malessere e proprio per questo rappresenti, senza saperlo, un innesco dell’epidemia.

Tanto che, nel suo complesso, la popolazione di asintomatici può essere considerata la causa primaria dei contagi da coronavirus per oltre il 50%. E’ quanto sostengono i Centri di controllo e prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc) in uno studio sull’importanza delle mascherine contro la diffusione dell’epidemia.

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LE RICERCHE

I dati sperimentali ed epidemiologici hanno dimostrato come l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali siano fondamentali per ridurre la trasmissione. «Il Covid-19 si diffonde principalmente da persona a persona attraverso le goccioline respiratorie - scrivono gli esperti del Cdc - Le mascherine hanno principalmente lo scopo di ridurre l’emissione di goccioline cariche di virus (“controllo della fonte”), che è particolarmente rilevante per i portatori infetti asintomatici o presintomatici che si sentono bene e potrebbero non essere consapevoli della loro contagiosità per gli altri e che si stima siano responsabili per oltre il 50% delle trasmissioni». Conclusione degli studiosi: «Bisogna indossare la mascherina anche se non ci si sente male. Questo perché diversi studi hanno scoperto che le persone con Covid-19 che non sviluppano mai sintomi (asintomatiche) e coloro che non mostrano ancora sintomi (presintomatiche) possono comunque diffondere il virus ad altre persone». Secondo il Cdc, inoltre, il 24% di chi trasmette il virus non sviluppa mai sintomi e un altro 35% lo fa da presintomatico. Il 41% dei contagi arriva invece da sintomatici. Da qui la necessità di indossare la mascherina «quando non si è in grado di stare a una distanza di almeno un metro», insiste l’agenzia americana, che a supporto segnala alcuni studi su quanto incidano «nel mondo reale» i dispositivi di protezione nel contenimento della pandemia. Il primo caso: in un salone due parrucchieri con Covid sintomatico hanno interagito per una media di 15 minuti con 139 clienti per otto giorni, ma nessuno dei 67 clienti che successivamente hanno acconsentito a sottoporsi a un test erano stati contagiati. Tutti indossavano le mascherine. Secondo studio: su 124 famiglie di Pechino con un caso confermato in laboratorio di infezione da SARS-CoV-2, l’uso della protezione prima che il paziente indice sviluppasse sintomi ha ridotto la trasmissione secondaria all’interno delle famiglie del 79%. Infine l’indagine condotta a bordo della portaerei americana Theodore Roosevelt, diventata un focolaio: qui non esiste distanza di sicurezza negli alloggi e negli ambienti di lavoro, ma chi si è coperto il viso ha ridotto del 70% il rischio di ammalarsi.

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SCIENZIATI DIVISI

Il ruolo degli asintomatici nel ruolo di motori della pandemia è uno dei temi maggiormente approfonditi e la comunità scientifica si divide, come ha riportato la rivista Nature. All’inizio alcuni studi avevano stimato che il tasso di infezioni asintomatiche fosse dell’81%, ma una revisione di 13 studi pubblicata il mese scorso sul Canadian journal of infectious diseases ha calcolato che sono il 17%, considerando asintomatici coloro che non hanno mai sviluppato alcun sintomo per almeno sette giorni. «La maggior parte delle persone sviluppa i sintomi in 7-13 giorni e gli asintomatici hanno il 42% in meno di possibilità di trasmettere il virus rispetto ai sintomatici», commenta il coordinatore della ricerca Oyungerel Byambasuren, della Bond University in Australia. Secondo un altro studio della John Hopkins University postato sul sito medRxiv, il rischio che una persona asintomatica passi il virus a chi vive in casa con lui è circa 1/4 di quello di un sintomatico. Tuttavia, secondo Andrew Azman, coautore dello studio, «anche se il rischio di trasmissione da un asintomatico è minore, rimane comunque perché hanno maggiori probabilità di stare con altre persone rispetto a chi è isolato a casa». Insomma, gli studi abbondano e spesso sono in contrasto tra loro, tuttavia sulla fetta considerevole degli asintomatici presenti i dubbi sono pochi: «Nella fase iniziale non sapevamo che circa il 40-45% dei casi è asintomatico. E recenti studi mostrano che forse fino al 50% delle trasmissioni avviene da un asintomatico a una persona non infetta», afferma l’immunologo statunitense Anthony Fauci. Una popolazione di contagiati che in gran parte sfugge ai conteggi ufficiali. Come spiega Stefano Merler, della fondazione Bruno Kessler: «Calcoliamo l’Rt da due sorgenti di dati: la serie temporale di dati sintomatici e la data di inizio sintomi. Non consideriamo gli asintomatici perché essi sono una quantità molto instabile nel tempo e quando c’è difficoltà nel contact tracing la loro quota diminuisce».

Ultimo aggiornamento: 12:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA