Ardea, Beatrice Lorenzin: «Subito un piano per la salute mentale, è l'unica strada per evitare altri drammi»

Martedì 15 Giugno 2021 di Barbara Acquaviti
Ardea, Beatrice Lorenzin: «Subito un piano per la salute mentale, è l'unica strada per evitare altri drammi»

La discussione è cominciata ieri e il via libera è atteso in settimana.

Il caso ha voluto che l'aula di Montecitorio iniziasse ad occuparsi della mozione sulla salute mentale proprio all'indomani della strage di Ardea. Beatrice Lorenzin, deputata Pd e prima firmataria del testo, è convinta che la promozione di un vero e proprio piano strategico, basato su una vasta copertura territoriale, possa aiutare a limitare il ripetersi di casi drammatici. Ma anche ad affrontare un disagio diffuso che, sottolinea, negli ultimi mesi con la pandemia è aumentato «in maniera esponenziale».

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Cosa chiedete in questa mozione e in che modo si lega ai tragici fatti di Ardea?
«Noi vogliamo lanciare un grido serio nei confronti del governo per dire che bisogna occuparsi della salute mentale. Nel Pnrr sono stanziate delle risorse ed è un'occasione molto importante per creare una rete sulla salute mentale che va dai bambini agli adulti, dalla psichiatria alla psicologia. Non parlo solo dei processi di medicalizzazione, mi riferisco anche al terzo settore, agli assistenti sociali, ai vari presidi sul territorio perché c'è una situazione così diffusa che va dal disagio psichico a quello adolescenziale fino a casi come questo, che devi riuscire a intercettare e a ricondurre in un percorso che preveda prevenzione e terapia. Non si tratta di psichiatrizzare la società, l'obiettivo è un rafforzamento delle reti in modo tale che certi allarmi, che in questo caso erano già scattati, possano essere raccolti e condotti in un percorso terapeutico».

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Questa mozione parte dai disagi vissuti dagli adolescenti durante la pandemia, ma tratta la questione del disagio mentale in generale. Quali soluzioni vengono proposte nel concreto?
«E' un testo molto ampio che si occupa sia di casi di questa gravità sia di prevenzione. Per esempio, è previsto lo psicologo scolastico, lo psicologo di comunità, un rafforzamento delle strutture psichiatriche, della lotta alle dipendenze. Anche perché questo da tema sanitario diventa anche un grande tema sociale, di visione della società nei prossimi anni, una società profondamente ferita dal Covid: abbiamo tutti gli alert di un aumento del disagio psichico, sia esso in forma lieve che in forma grave».

 


Un problema è quello della disparità di accesso alle cure: chi se lo può permettere si rivolge a degli specialisti chi non ha le disponibilità spesso non sa a chi chiedere aiuto. In che modo si può evitare questo discrimine?
«Sono disparità che si basano non solo su questioni economiche ma anche geografiche e sociali. Per questo siamo convinti della necessità di creare una grande rete, non solo sanitaria, che sia in grado di intercettare il malessere. La mamma dell'assassino di Ardea stava da sola con questo figlio che la minacciava, probabilmente se avesse avuto una rete di volontari, dei vicini che parlavano con il prete, se qualcuno avesse coinvolto i servizi sociali o le forze dell'ordine, forse le cose sarebbero andate diversamente».

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Perché la rete funzioni, però, è necessario anche che le varie strutture si parlino.
«Sì, per questo noi parliamo di un piano strategico. Per fare questo, per esempio, servirebbe avere una raccolta di dati aggiornati in tempo reale che invece al momento non ci sono. E poi hai bisogno di costruire un sistema dialogante».

 


Ci sono dei meccanismi e delle strutture che già adesso funzionano?
«C'è un grandissimo lavoro fatto dagli operatori sul campo, dai distretti di salute mentale, ai volontari, agli ospedali, agli psicologi. Ma sono pochi, le reti assistenziali o diagnostiche sono in numero esiguo rispetto alla domanda che è esplosa. Il caso di Ardea è l'epifenomeno, ma poi c'è tutto il resto. Di fronte a fenomeni depressivi o a disturbi del comportamento, la gente non sa dove andare».


Cosa può cambiare con i fondi del Pnrr?
«Noi chiediamo che il governo realizzi un piano di accompagnamento al Pnrr, anche con un aumento degli stanziamenti per il fondo sanitario nazionale. Il Piano sarà one shot, noi abbiamo bisogno di avere risorse certe per i prossimi anni».
 

Ultimo aggiornamento: 08:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA