Ubriaco si schianta in auto, a processo Andrea Dan, paladino della sicurezza stradale. «Non guidavo io». E incolpa un marocchino

La Procura contesta all'uomo la guida in stato di ebbrezza con l'aggravante di aver provocato un incidente

Mercoledì 19 Gennaio 2022
Andrea Dan

A processo per guida in stato di ebbrezza. Proprio lui che è il paladino della sicurezza stradale e che ha fatto di questa causa uno degli scopi della sua vita. Andrea Dan, noto presidente dell'associazione Manuela Sicurezza Stradale, si trova in una situazione a dir poco paradossale. Il procedimento a suo carico si è aperto ieri mattina, 18 gennaio, in tribunale di Treviso. La Procura gli contesta la guida in stato di ebbrezza con l'aggravante di aver provocato un incidente. «Non guidavo io la mia auto quando è accaduto l'incidente» - ha sempre ribadito Dan, che continua a sostenere di essere vittima di un equivoco.

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LO SCHIANTO
L'incidente in questione è successo il 23 ottobre scorso, a San Vendemiano, in via Chiarini, quando la sua Bmw X3 è uscita di strada urtando un muretto. I vigili del fuoco e i sanitari del Suem lo avevano trovato incosciente, seduto sul sedile del passeggero. Il posto di guida invece era vuoto. Dan ha sempre sostenuto che alla guida della sua auto ci fosse un amico, un giovane marocchino, fuggito subito dopo l'impatto e che si sarebbe presentato all'ospedale di Conegliano 5 ore dopo. E che poi Dan avrebbe poi provveduto a denunciare per violenza privata, sequestro di persona e omissione di soccorso.

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LE DUE RICOSTRUZIONI
La procura però non la pensa allo stesso modo, anzi sostiene che alla guida ci fosse Dan e che l'uomo si sarebbe spostato sul sedile accanto soltanto dopo l'urto. Versione fornita anche dal giovane marocchino quando era stato sentito dagli inquirenti. Ad avallare l'ipotesi dell'accusa ci sarebbero le tracce di sangue dell'imputato trovate sul volante. Tracce ematiche che però secondo il suo legale, l'avvocato Marco Furlan, potrebbero essere finite lì in altro modo e che da sole non bastano a provare che fosse lui il conducente. Gli accertamenti alcolemici avevano rilevato un tasso 1,08 grammi per litro di sangue a fronte del limite di legge di 0,5. Così, presumendo che al volante ci fosse lui, erano scattati il ritiro della patente e la denuncia per guida in stato di ebbrezza. Una contestazione assurda secondo Dan, che in più occasioni ha ribadito che di quella sera si ricorda di essere stato a casa sua sul divano e poi di essersi svegliato in ospedale mentre gli facevano la tac. «Quel giovane, che conoscevo, si trovava a casa mia, siamo usciti insieme in auto.

Ma non ho guidato io la mia auto, non ci sono nemmeno salito di mia volontà». Si torna in aula il 13 gennaio del 2023.

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Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 22:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA