Professoressa morta per l'amianto nel 2017, ministero dovrà risarcire 930mila euro ai familiari

«Il caso della professoressa D'Emilio non è isolato, l'amianto nelle scuole sta provocando una vera epidemia tra docenti», spiega il presidente di Ona

Lunedì 20 Dicembre 2021
Professoressa morta per l'amianto nel 2017, ministero dovrà risarcire 930mila euro ai familiari

Un danno di 930mila euro. A tanto ammonta il risarcimento ai familiari di una docente morta nel 2017 dopo una prolungata esposizione all'amianto. Lo hanno deciso i giudici del tribunale del lavoro di Bologna. Si tratta della prima condanna del Miur per la presenza di amianto negli istituti scolastici. L'insegnante, Olga Mariasofia D'Emilio è morta nel 2017 dopo quindici anni di cure contro un tumore.

La vicenda

La causa di morte della professoressa Olga Mariasofia D'Emilio è stata un mesotelioma per esposizione ad amianto.

La sostanza largamente presente nella scuola media Farini di Bologna e, soprattutto, nei laboratori di chimica e fisica, dove per anni aveva lavorato. La malattia le era stata diagnosticata nel maggio 2002. Oggi distanza di quasi 20 anni l'Ona (Osservatorio nazionale amianto) ha dato notizia che la sua famiglia sarà risarcita dal Miur per quasi un milione di euro (930.258 euro)

Il calvario della professoressa

La sua agonia è durata 15 anni ed è terminata con la morte il 21 febbraio 2017. Nel corso della malattia la professoressa aveva ottenuto dall'Inail il riconoscimento di malattia professionale, e nel 2007 aveva avviato la procedura giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni.

Dopo la sua morte, i figli, Andrea e Silvana, si sono rivolti all'Osservatorio Nazionale Amianto, per ottenere la tutela dei loro diritti. L'associazione si è costituita con gli avvocati Ezio Bonanni e Massimiliano Fabiani che, con alterne vicende processuali, sono riusciti a dimostrare l'esposizione alla fibra killer ottenendo la condanna. L'azione proseguirà ora «per il risarcimento dei danni subiti dagli orfani direttamente per la malattia e la morte della loro congiunta».

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«È soltanto la punta dell'iceberg», spiega il presidente del'Ona

«Il caso della professoressa D'Emilio non è isolato, l'amianto nelle scuole sta provocando una vera e propria epidemia tra docenti e non docenti», spiega Ezio Bonanni, presidente di Ona. «Ci sono ben oltre i 91 casi censiti dal VI rapporto mesoteliomi, sono deceduti per questa neoplasia molto rara, che è la punta dell'iceberg per le malattie da amianto. Per questo, insistiamo affinché il Ministero della Salute, d'intesa con il Miur, disponga al più presto la bonifica e messa in sicurezza di tutti gli istituti scolastici», prosegue.

«Il mio sogno è quello di far sì che le sofferenze di mia madre, e della mia famiglia, non si ripetano per altri insegnanti e impiegati nella scuola» prosegue Silvana Valensin, figlia della docente scomparsa, che aggiunge. «Quello del mesotelioma è un flagello e dobbiamo vincere la nostra battaglia contro l'amianto. Mi auguro che si giunga quanto prima alla bonifica di tutte le scuole e di tutti i siti contaminati», conclude la figlia della vittima.

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