Alluvione Marche, danni per tre miliardi a imprese e cittadini. Curcio: «Subito i primi aiuti»

Interi paesi in ginocchio. Garulli, capo della procura di Ancona:ì «Dalla Regione nessuna allerta ai Comuni»

Martedì 20 Settembre 2022 di Mauro Evangelisti, nostro inviato
Alluvione Marche, danni per tre miliardi a imprese e cittadini. Curcio: «Subito i primi aiuti»

Oltre tre miliardi di euro di danni, molti paesi in ginocchio che non sanno quando potranno ripartire, grandi aziende e piccoli negozi con le spalle al muro. Ecco cosa resta, oltre al dolore per le vittime, del nubifragio e dell'alluvione di giovedì in parte delle province di Pesaro-Urbino e Ancona. Francesco Acquaroli, governatore delle Marche, ha parlato di «danni enormi» e citato anche parte della provincia di Macerata («come Regione non abbiamo neanche lontanamente tali risorse»).

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«Le esondazioni hanno portato sul territorio una devastazione che ha interessato soprattutto le infrastrutture, alcune già fragili, e ovviamente i collegamenti con gli altri paesi, gli acquedotti, le fogne» dice Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile.

Ieri ha svolto un nuovo sopralluogo nelle città devastate dall'alluvione come Ostra, Barbara e Senigallia e ha assicurato l'arrivo di nuovi aiuti. E nella conferenza stampa alla Regione Marche è stato spiegato che le precipitazioni di giovedì rappresentano il doppio del record precedente e che i fiumi sono saliti di sei metri in 2 ore.

 


CALVARIO
Ad oggi, una stima prudenziale dell'entità dei danni è di 3 miliardi. Nella sola Senigallia un'impresa commerciale su 3 è stata colpita, due ponti sono da rifare, la zona rossa, dunque interessata dall'alluvione, riguarda 9.500 residenti. A Cantiano, in provincia di Pesaro-Urbino, il primo comune interessato dalla bomba d'acqua giovedì sera, è stata soprattutto l'intensità delle precipitazioni ad avere colpito il paese. Racconta il sindaco Alessandro Piccini: «L'intero centro storico è stato devastato da acqua e fango, saliti a un metro e ottanta di altezza. Pregiudicate tutte le reti dei servizi idrici, del metano, della corrente elettrica. Si sono fermate le attività commerciali e artigianali, abbiamo realtà significative nel settore delle vetrerie e metalmeccanico. La rete viaria verso le frazioni è compromessa, è caduto un ponte. Le dico solo un dato: su 2.000 cittadini, in 1.200 hanno la casa danneggiata. Neppure sono in grado di quantificare i danni e dire quando torneremo alla normalità».

La lista dei comuni in difficoltà, dopo l'ondata di maltempo, è lunga. Alcuni esempi: Pergola (la chiesa principale invasa dall'acqua), Sassoferrato, Serra Sant'Abbondio dove - raccontano - si contano sette frane. Daniele Tagnani, sindaco di Frontone (Pesaro-Urbino): «Noi siamo stati colpiti sia dalla bomba d'acqua, sia dall'esondazione di un torrente che si è trasformato in fiume. Ora abbiamo strade e abitazioni danneggiate, rete idriche e fognarie distrutte. Ci sono ristoranti con danni importanti. Ci sono frane, ci sono danni alla funivia. Un disastro vero». E poi a scendere Genga, dove si è fermata la produzione dell'Ariston; Barbara, dove un'intera frazione è stata ricoperta da acqua e detriti, con alcune aziende allagata (il molino Mariani ha avuto 1,5 milioni di euro di danni); a Pianello di Ostra l'alluvione ha attaccato il 50 per cento delle abitazioni. Fino ad arrivare, appunto, a Senigallia, una città che si è già rialzata, ma dove in centro ancora si lavora per rimuovere il fango, con un impegno nobile e generoso soprattutto di volontari, moltissimi giovani.


LE IMPRESE
Almeno 300 aziende associate a Confindustria hanno avuto seri problemi; il calcolo dei danni della sola provincia di Pesaro-Urbino parla di 800 milioni di euro, ma nella parte anconetana, Senigallia compresa, è andata peggio. Per questo si parte da 3 miliardi di euro. Nel 2014 ci fu una grave alluvione a Senigallia, due anni dopo alla Regione Marche fu scritto un documento, con l'Autorità di bacino, che avvertiva: sono urgenti i lavori di messa in sicurezza del fiume Misa e del suo affluente Nevola. Il dossier elencava «condizioni di pericolosità idraulica molto elevata» e parlava di «rischio di esondazione» che «riguarda il centro abitato del Comune di Senigallia e l'intera pianura alluvionale del fiume». Spiegava nel dettaglio quali lavori sono necessari.


LE INCHIESTE
Oggi ad indagare sono due procure: non più solo Ancona, ma anche Urbino, per la parte che riguarda il Montefeltro. Il procuratore di Urbino, Andrea Boni, ha spiegato: stiamo indagando per inondazione colposa a carico di ignoti, ricostruiremo le fasi e le tempistiche delle allerte e lo stato di manutenzione dei corsi d'acqua. Simile il lavoro della procura di Ancona (l'inchiesta è seguita dal procuratore aggiunto Valentina D'Agostino e dalla pm Valeria Cigliola). La procuratrice capo Monica Garulli al Tgr Rai Marche: «Dal punto di vista della dinamica degli eventi quello che si riscontra in questo momento è che non c'è stata un allerta da parte della Regione Marche nei confronti dei Comuni». L'Ordine dei geologi delle Marche: le opere per mettere in sicurezza il territorio sono state bloccate dalla burocrazia.
 

Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA