Alluvione Emilia Romagna: gli allevatori bloccati nella Valle del Santerno: «Riaprite le strade, non possiamo buttare migliaia di litri di latte al giorno»

Impossibile far passare i camion cisterna

Venerdì 26 Maggio 2023 di Paolo Ricci Bitti inviato a Fontanelice
Alluvione Emilia Romagna: gli allevatori bloccati nella Valle del Santerno: «Riaprite le strade, non possiamo buttare mille litri di latte al giorno»

dal nostro inviato
FONTANELICE «Il secondo giorno di isolamento, mentre le frisone e le pezzate rosse muggivano ho chiamato la sindaca Beatrice Poli e le ho chiesto il permesso. Lei ha risposto: “Fai pure Devis, proprio io non riesco a mandarti qualcuno come speravo”». E allora Devis Tattini, allevatore di Casalfiumanese (3.400 abitanti, Valle del Santerno, Imola, Romagna) ha agganciato la benna al trattore e ha attaccato la frana da monte mentre un suo amico con un escavatore rimuoveva da valle le tonnellate di terra e fango della frana che aveva cancellato la strada che porta alla “Capanaza” dove oltre alle mucche abitano tre famiglie.

Hanno riaperto uno stretto percorso, quello necessario a fare passare il camion-serbatoio piccolo, quello che porta 10 quintali, con cui fanno la spola nella zona a valle dove arrivano i camion del caseificio toscano che da sempre acquista il latte delle loro 70 mucche.


«Anzi, adesso le bestie sono di più perché teniamo anche quelle dei Mazzanti: la loro stalla è ancora isolata, là nel versante da dove si è staccata la frana che ha ucciso Enrico (Rivola, ndr) il 2 maggio. Di fronte alla decisione dell’Onnipotente di cambiare volto al nostro territorio, ci siamo dovuti arrangiare con le ruspe perché nei frigoriferi possiamo tenere il latte per un giorno o due e non eravamo più raggiungibili dal “solito” camion da 150 quintali: mica potevamo buttare mille litri di latte al giorno». Come è successo invece al latte delle 70 mucche dei Ronchini, a Baia Volpe, Fontalice, più su, sempre nella valle del Santerno. «Siamo in cinque famiglie - dice Maurizio Ronchini - e possiamo muoverci solo con il trattore, dopo i primi giorni di isolamento totale ora portiamo giù il latte con una cisternina, ma è duro resistere così».

Umberto Tattini e Tommaso Mazzani: Tattini e il figlio Devis gestiscono la stalla a Casalfiumanese

Alle 90 mucche romagnole (da carne) dei Carapia (poderi per 130 ettari Posseggio, Fontanelice, dove una volta «c’era anche la parrocchia col prete e la scuola elementare») inizia invece a mancare il fieno: «Ce lo stanno portando con gli elicotteri perché non possiamo falciare il nostro, ma qua è franato tutto e non potremo nemmeno fare le scorte per l’inverno - dice Gianfranco Carapia, 57 anni, che con il figlio Rudy manda avanti anche i frutteti - Intanto la prima raccolta di ciliegie è già perduta e quella di albicocche è compromessa. Come tireremo avanti? Semplice, non abbiamo alternative: dove potremmo andare a vivere visto che nessuno, adesso con questa catastrofe, vorrà comprare il nostro terreno, il nostro allevamento». 

Ultimo aggiornamento: 21:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA