Il 26 gennaio è caduto nella doccia e si è rotto il naso, «non ce la fa più ad uscire e camminare nell’ora d’aria, è troppo debole», ha detto il suo difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini. Alfredo Cospito, 55 anni, anarchico, ideologo del Fai-Fri, è detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Sassari e da ottobre sta facendo lo sciopero della fame: da 101 giorni. Le sue condizioni sono il motore della mobilitazione anarchica, con attentati e dimostrazioni che stanno facendo il giro del mondo. Due attacchi hanno colpito sedi diplomatiche italiane a Berlino e a Barcellona. Il ministero degli Esteri ha spiegato in una nota che «ignoti hanno infranto la vetrata del palazzo dove è ubicato il consolato generale a Barcellona, imbrattando una parete dell’ingresso dell’edificio» e che, a Berlino, «è stata anche incendiata l’auto con targa diplomatica di un funzionario diplomatico in servizio all’ambasciata d’Italia». La pista seguita - come nel caso dell’attacco a Susanna Schlein, primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia in Grecia - è quella delle proteste per il carcere duro a Cospito, detenuto da 6 anni a Sassari in regime di alta sicurezza e per il quale dallo scorso aprile è stato disposto il 41 bis.
Chi è (e di cosa e accusato) Alfredo Cospito
Cospito è in carcere da 10 anni per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuto nel 2012.
Il reato contestato era la strage, ma per la Corte di Cassazione - che ha disposto il ricalcolo della pena in sede di appello - si tratta di strage politica, che prevede come pena massima l’ergastolo e rientra tra i reati ostativi: se il detenuto non collabora con la giustizia non sono previsti benefici. Sul caso la Consulta deve stabilire se sia possibile applicare l’attenuante della tenuità del fatto.
Il 41 bis e lo sciopero della fame
Dal 4 maggio 2022, Cospito è stato sottoposto al regime di carcere duro: la misura è stata aggravata dal fatto che ci sono stati scambi di lettere con altri anarchici e anche la pubblicazione di scritti su riviste d’area. Nel corso del processo a suo carico, Cospito ha dichiarato: «Oltre all’ergastolo ostativo, visto che dal carcere continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, si è deciso di tapparmi la bocca per sempre con il 41 bis». Ha poi spiegato che continuerà lo sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo.
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