Negli ultimi anni avrebbe dichiarato al Fisco redditi non da ricco imprenditore, ma da dipendente abbiente e allo stesso tempo, però, ha mantenuto uno stile di vita fatto di droghe e altri eccessi, di feste da almeno 100mila euro l'una, di jet privati e vacanze di lusso. Per questo la Procura di Milano nel filone di indagini economiche su Alberto Genovese, l'imprenditore del web in carcere per aver stuprato una 18enne e accusato di altri abusi, sta verificando se l'ex numero uno di Facile.it avesse altre entrate "offshore", occultate al Fisco, o spendesse i soldi del patrimonio già accumulato con la vendita delle sue start up.
Genovese, in carcere per sequestro di persona, violenza sessuale e cessione di droga e accusato di aver commesso abusi su altre cinque ragazze, è indagato anche per intestazione fittizia di beni proprio in relazione ad alcune società a lui riferibili e "schermate" all'estero. Iscrizione finalizzata ad accertamenti che riguardano presunti profili di frode fiscale e riciclaggio. Inquirenti e investigatori, infatti, vogliono capire se per mantenere quel lussuoso ed eccessivo tenore di vita Genovese spendesse davvero soltanto soldi del suo patrimonio, accumulato, ad esempio, con la vendita di Facile.it. Si parlò di un incasso da 100 milioni di euro, ma verrà verificata quale somma effettivamente venne incassata dall'imprenditore.
Il sospetto, però, è che le spese di Genovese possano essere state foraggiate da altre entrate nascoste all'Erario, intestando ad altre persone società a lui riconducibili. Sul fronte delle presunte violenze, intanto, l'aggiunto Mannella e il pm Rosaria Stagnaro stanno lavorando per chiudere il quadro degli elementi probatori sui presunti abusi, tra Milano e Ibiza, messi a verbale dalle altre cinque ragazze. Su alcuni episodi, così come sulle presunte violenze ai danni della 18enne del 10 ottobre, ci sarebbero riscontri anche nelle immagini delle telecamere interne dell'attico di lusso a due passi dal Duomo.