Eurofighter si schianta a pochi chilometri dell'aeroporto di Trapani-Birgi: morto il pilota, recuperato il corpo

l Typhoon intercettore si occupava del controllo dello spazio aereo italiano

Martedì 13 Dicembre 2022 di Paolo Ricci Bitti
Aereo militare italiano disperso: Eurofighter cercato dagli elicotteri del Sar

Rottami anneriti sparsi in un'area vastissima in piena campagna, isolata, senza case, con il buio pesto della notte tagliato dai fasci di luce dei fari dei vigili del fuoco che, appena arrivati in quei poderi di Ponte Granatello, hanno trovato anche frammenti dell'aereo ancora in fiamme: l'Eurofighter del 37° Stormo di Trapani-Birgi si è schiantato verso le 18 in quei campi e da allora centinaia di uomini hanno cercato il pilota che non ha fatto in tempo a lanciare il mayday. Il cui corpo è stato recuperato dopo la mezzanotte nella zona di Locogrande, a pochi chilometri a nord di Marsala, dove l'aereo si è schiantato per cause ancora da accertare.

Le ricerche, svolte con l'ausilio di palloni illuminanti, sono state condotte dai vigili del fuoco del nucleo Nbcr che hanno individuato, unitamente a un team dell'Aeronautica militare, i resti del caccia nell'alveo di un fiume.

Il caccia bisonico intercettore era decollato in missione di addestramento in tandem con un altro Typhoon: voli sull'entroterra della Sicilia per restare sempre pronti a garantire la sicurezza nei cieli italiani e anche in quelli del nord Europa, ora teatro di guerra. Il primo Eurofighter è atterrato regolarmente, con il pilota che non aveva notato nulla di irregolare nell'altro caccia Efa. Doveva passare meno di un minuto prima dell'atterraggio dell'altro velivolo, ma sulla pista dello scalo militare, prestato anche alle attività commerciali, non si è affacciato alcun aereo. 

A quel punto del volo, con il "finale" ormai impostato a 3 chilometri dall'attacco della pista, il caccia bimotore che può volare a quasi 2.500 chilometri orari (due volte la velocità del suono) rallenta fino a 300 chilometri orari. L'aereo che può raggiungere quota 20 chilometri si trova fra i 300 e i 500 metri di altitudine. Il momento peggiore per un'avaria, il momento peggiore per un errore.

Da più di un'ora era giù buio e le condizioni meteo non erano ottimali, cielo coperto, pioggia a sprazzi, ma proprio niente che possa impensieriere un caccia di quarta generazione e un pilota abituato ad effettuare "scramble", decolli in tempi rapidissimi. Decolli che oltre che a Trapani vengono effettuati dai top gun anche dalle basi di Istrana, Gioia del Colle e Grosseto. 

Nessun contatto fra pilota e torre di controllo ieri sera in quella fase della missione agli sgoccioli, nessun mayday. Ma a quella quota e quella velocità non c'è nemmeno il tempo di dire "amen": l'addestramento e l'istinto ti fanno tirare la maniglia giallonerae che hai fra le gambe che innesca la potente carica esplosiva sotto il sedile. Due rostri spaccano il tettuccio e si viene scagliati fuori anche se nel frattempo si è perso conoscenza.

L'eiettabile Martin Baker Mk16 funziona anche a velocità e quota zero e sia il pilota sia il seggiolino sono dotati di trasmettitori gps per facilitare le ricerche. I trasmettitori si avviano in automatico. Sarà l'analisi dei dati delle scatole nere, dei rottami e dei tracciati radar a restringere il campo delle ipotesi che spaziano da una devastante avaria meccanica all'errore del pilota.  

All'aeroporto civile Vincenzo Florio è scattato il protocollo di sicurezza in accordo con le autorità militari e le piste sono state chiuse al traffico. In base a un bollettino Notam i voli  in arrivo, a cominciare da quello della danese Dat atteso alle 19 è stato dirottato a Palermo.

Il precedente

Il 24 settembre 2017 durante un airshow a Terracina (Latina) il capitano Gabriele Orlandi, 36 anni, morì ai comandi di un Eurofighter finito in mare a forte velocità.

 

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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