Aerei, aumenta il rischio di impatto con gli uccelli selvatici in volo. Allerta Enac: «Con il lockdown si sono moltiplicati»

Il numero di impatti con volatili o animali selvatici è aumentato sensibilmente negli ultimi due anni

Giovedì 25 Agosto 2022
Aerei, aumenta il rischio di impatto con gli uccelli selvatici in volo: «Con il lockdown si sono moltiplicati»

Dopo il lockdown si torna a volare ma è aumentato il rischio di wildstrike, cioè l'impatto con animali selvatici da parte di aerei in volo o in pista. Lo conferma Enac, che nel suo ultimo report scrive che gli aerei italiani tra il 2020 e il 2021 hanno registrato ben 1617 impatti con fauna selvatica, un numero rilevante considerando anche la riduzione dei voli dovuta alla pandemia. Di questi, il numero maggiore di segnalazioni è arrivato da aerei Ryanair (28,1%), seguita da Alitalia/ITA (14,3%), WizzAir (9,8%) e EasyJet (9.4%).

Il motivo? Con le quarantene e le restrizioni nelle aree intorno agli aeroporti uccelli come gabbiani reali, piccioni, lepri e conigli si sono riprodotti di più rispetto agli anni passati, in quanto meno disturbati dall'attività umana.

Ora sono di più e impattano più frequentemente con i nostri aerei.  

 

Cosa è il Wildstrike e perché è pericoloso 

Il wildstrike, o l'impatto con stormi di uccelli durante il volo o con fauna selvatica nel momento del decollo o atterraggio è uno dei pericoli maggiori durante un volo. Si tratta di eventi completamente casuali che possono danneggiare l'aereo o nei casi peggiori mettere fuori uso i motori. Ecco perchè negli aeroporti vengono usati sistemi di dissuasione per impedire agli animali di avvicinarsi.

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Nel 2021 in Italia colpiti 21 aerei su 10mila 

A conferma della maggior presenza di animali c'è il fatto che anche se il numero di voli si è ridotto per il lockdown, nel primo anno di pandemia la percentuale di aerei "colpiti" è aumentata: 15,35 eventi ogni 10.000 movimenti rispetto ai 14,40 del 2019. Nel 2021 il numero di segnalazioni è cresciuto ancora: se ne sono contati 1617, con un tasso di 21,62 ogni 10mila voli.  

Rischio maggiore a bassa quota 

Il rischio maggiore di "wildstrike" è quando l'aereo vola a bassa quota: il 93% dei contatti registrati nel 2021 sono avvenuti sotto i 91 metri di altezza (300 piedi). Infatti le fasi di volo più a rischio sono l’atterraggio con il 52,0% dei casi, la fase di decollo con 38,9% e l’avvicinamento, con il 7,1%. 

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La mattina presto ci sono più impatti 

Il rischio di "wildstrike" aumenta nelle prime ore del giorno, con un picco intorno alle 6 di mattina - quando l'attività degli uccelli selvatici è maggiore nei cieli - e nei mesi da giugno a settembre. In particolare da luglio a settembre è molto frequente l'impatto con rondini e rondoni o con il gheppio, mentre i gabbiani sono presenti tutti i mesi dell’anno.

Per quanto riguarda gli animali colpiti in pista sono aumentati nel 2021 gli impatti con lepri (80 nel 2021) e conigli (20 nel 2021 contro 1 solo nel 2020), perchè, evidenzia il report "la specie ha avuto una fitness maggiore grazie alle condizioni di minor stress ambientale durante la pandemia".

In Italia c'è un numero alto di Wildstrike 

Nel 2021 rispetto al 2020 il numero di segnalazioni degli impatti “importanti” e (con ingestione nei motori e con effetti sul volo) è leggermente aumentato. È decisamente calato per gli impatti che hanno generato un effetto sul volo (-29%) e per quelli con danni (-26%). L'Italia ha un alto tasso di impatti con fauna selvatica: questo perchè  il grado di reporting del nostro paese è molto accurato (registriamo anche gli impatti con uccelli di piccole dimensioni come le rondini). Tuttavia il numero di impatti con conseguenze sul volo è decisamente inferiore a quello di altri paesi.

  

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 13:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA