Allarme della polizia: «Ancora sei complici dei terroristi in fuga»

Martedì 13 Gennaio 2015
Allarme della polizia: «Ancora sei complici dei terroristi in fuga»
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Vietato abbassare la guardia. In Francia nessuno si illude che l'offensiva del terrore sia un capitolo chiuso. C'è almeno un complice, un altro elemento di mistero che si aggira in libertà. Ma fonti di polizia citate dall'Associated Press evocano «fino a sei» terroristi legati alla cellula jiahdista ancora alla macchia: uno di loro sarebbe stato avvistato alla guida di una Mini Cooper registrata a nome di Hayat Boumeddiene, la compagna del killer Coulibaly.





La paura insomma non allenta la morsa. In tanti oggi non hanno mandato i bambini a scuola. Per far ritornare i figli degli ebrei di Francia sui banchi dei 717 istituti israelitici del paese, il governo schiererà 4.700 poliziotti a loro protezione. E in serata le nuove minacce di al Qaida non hanno fatto altro che aumentare la tensione. «Finché i soldati francesi occupano paesi come Mali o Centrafrica e bombardano la nostra gente in Siria e in Iraq, e finchè la sua stupida stampa continuerà a offendere il Profeta, la Francia si esporrà al peggio», ha tuonato Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) in un messaggio video pubblicato sui siti jihadisti e rilanciato dai media francesi.



È l'ora degli interrogativi, delle polemiche, delle prese di distanza e del lancio di nuove strategie di sicurezza. Ma è ancora tempo di proteggersi nella Francia colpita al cuore, e il primo ministro Manuel Valls, che per anni ha fatto il ministro dell'Interno, il «primo flic» del Paese, l'ha spiegato di buon'ora ai suoi concittadini: «Il piano Vigipirate resterà in vigore al suo livello più alto», ha esordito Valls via radio, riferendosi al dispositivo normativo che innalza la protezione del territorio e dei cittadini in caso di rischio. Restano le pattuglie davanti agli edifici pubblici, alle scuole e soprattutto ai giornali, che si continua a considerare nel mirino del terrore.



Il governo, lungi dallo smobilitare, schiererà diecimila militari in più per proteggere «tutte le istituzioni che possono essere obiettivo di attacchi, in particolare le sinagoghe, le scuole confessionali ebraiche ma anche le moschee», dove sono saliti a cinquanta gli atti anti-islamici dopo l'attacco a Charlie Hebdo. Un capitolo a parte per le scuole ebraiche. Dopo il terrore, molti genitori hanno esitato a riportare i figli questa mattina a scuola. La Federazione delle scuole ebraiche di Parigi ha spiegato che «la maggior parte degli istituti sono aperti, ma alcuni direttori hanno deciso di restare chiusi fin quando non avranno una protezione adeguata davanti al portone».



A questo ha già pensato Bernard Cazeneuve, ministro dell'Interno, che ha annunciato proprio davanti ai genitori di una di queste scuole che tutti i 717 istituti ebraici del paese saranno protetti a partire da oggi da poliziotti e gendarmi adibiti a questa specifica missione. Cazeneuve parlava davanti alla scuola di Montrouge, banlieue di Parigi dove Amedy Coulibaly, uno dei tre terroristi uccisi, ha assassinato lo scorso giovedì mattina una poliziotta che si trovava in strada per controlli, Clarissa Jean-Philippe, 26 anni, ancora in tirocinio. Proprio Coulibaly, i suoi contatti, la sua compagna Hayat Boumeddiene sparita in Siria nei giorni in cui lui passava all'azione a Parigi, i suoi movimenti precedenti gli attacchi terroristici, vengono passati al setaccio dagli inquirenti.



La Boumeddiene, ha fatto sapere ufficialmente la Turchia, ha soggiornato a Istanbul dal 2 all'8 gennaio per poi partire diretta in Siria. Ma come agiva Hayat al fianco di Coulibaly? Da complice o da semplice compagna? Le indagini si sono concentrate da ieri sull'uomo di 32 anni gravemente ferito da alcuni spari mentre faceva jogging a Fontenay-aux-Roses, proprio dove abitava la coppia Coulibaly-Boumeddiene. I bossoli ritrovati sarebbero gli stessi del sequestro nel supermercato kosher di Vincennes, ma il ferito - prima di cadere in coma - avrebbe descritto l'aggressore come «un bianco».



Coulibaly è inoltre sospettato anche di aver fatto esplodere un'autobomba a Villejuif, dintorni di Parigi, così almeno direbbe egli stesso nel video «postumo» comparso e poi fatto sparire dal web. Nel quale, fra l'altro, appare in modo sfocato una persona che assomiglia a Coulibaly. In ogni caso, sarebbe proprio l'esistenza di questo video ad aver convinto gli inquirenti dell'esistenza di un «quarto uomo», «complice» del quale ha parlato questa mattina Valls come di una certezza. Sarebbe questa persona, ovviamente, ad aver montato e diffuso il video in rete, dopo la morte di Coulibaly, «neutralizzato» nell'assalto dei reparti speciali venerdì sera al supermercato kosher.



A Gentilly, altra località poco lontana da Montrouge, la polizia ha intanto trovato un nascondiglio di Coulibaly.
Da questo rifugio si attendono risposte, così come dallo studio dell'inquietante video: «I fratelli del gruppo si sono occupati di Charlie Hebdo - vi dice l'uomo che potrebbe essere Coulibaly - io sono andato anche un po' contro la polizia. Perchè tutto avesse più impatto».
Ultimo aggiornamento: 20:35

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