C’è una mano leggera da parte dell’autore nell’affrontare i l ponderoso “libro della moda” dall’inizio del suo inserirsi nella vita sociale - come accadde nell’Ottocento con l’avvento di Worth - fino al nostro tempo in cui la moda si è imposta come dimensione irrinunciabile della nostra vita, persino con risvolti politici di assoluto rilievo ( vedi i vari dress code imposti da dittature nella consapevolezza che alla fine bisogna pur constatare che è l’abito che fa il monaco e non viceversa come si è sempre cercato di immaginare).
Sofia Gnoli è una studiosa della moda, è una docente universitaria ( storia e antropologia alla Sapienza di Roma), precisa e puntigliosa nel cogliere da ricerche e studi il nocciolo di un momento storico da abbinare a questo o quello stile. L’ultimo dei suoi libri (in realtà una rivisitazione puntualizzante di un libro fortunato già pubblicato) è un compendio che merita lettura, chiamiamolo quasi una enciclopedia che sfiora ì vari argomenti intorno a un plissè, un volant, un nodo, una crinolina o un pantashort. Una vera e propria storia della moda che tiene conto di leggende e aneddoti, vicende picaresche di qualche stilista e tramonti pesanti dopo voli pindarici che la moda concede con facilità salvo farti crollare poco dopo in uno spiazzo deserto. Fortune, gloria , successi e miserie di un mondo che ruota intorno a noi più forte e presente di quanto forse immaginiamo. Un mondo che non si appaga - come si evince dal libro informato della Gnoli - di conoscere questo o quello stile o come lo racconta lo stilista stesso, ma si chiede dei perché, dei come, pone punti interrogativi dove non supporremmo e taglia corto su questioni che occupano il verbo di moti stilsti “predicatori”, oggi - eccitati dalla formula digitale - presenti in numero sempre più consistente. MODA - Dalla nascita della haute couture a oggi, il titolo di questo volume di storia vera e propria (editore Carrocci), non perde di vista qualche battuta sul “privato” della moda, raccolta dall’immaginario del popolo dei modaioli , ma la tratta con la leggerezza prudente che esigono le leggende metropolitane. Non approfondire ciò che non ha profondità ma concedere un sorriso in superficie. Tra le citazioni che lo confermano non ultima una riservata alla vita di Coco Chanel negli ani Venti : nella moda come nella storia esistono “verità” ritoccate, falsità negate che alla fine diventano per i più verità assodate: e bugiardo si ritrova colui che ingenuamente dice la verità. Gnoli non ci casca, le accetta - è vero - senza contestarle ma le sfiora lasciando poco spazio alla loro vacuità.
Quello che si avverte soprattutto è che Sofia Gnoli non è una frequentatrice della moda nei suoi riti “religiosi” come gli eventi, le sfilate, le feste, le “conferenze stampa” tra stilisti e giornalisti (che a volte da sole meriterebbero un capitolo da “Tre uomini in barca”). Gnoli studia la moda così come si studia la storia dell’Impero d’Occidente, o della guerra di secessione americana : a partire dalla crinolina (prima “ protesi “ di grande diffusione quasi democratica) l’indagine condotta su MODA , attraversa il Novecento con le sue contraddizioni e le sue profezie stilistiche, arriva ai nostri giorni , affronta il ruolo della stampa oggi offuscato dal successo dei blog, delle /degli influencer ai quali gli stilisti affidano la diffusione di un’idea, un principio.
Si tratta di un notiziario storico di assoluta importanza che si conclude all’alba del Terzo Millennio, lasciando aperti interrogativi inquietanti.
Dire “compliments” è poco.
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