Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Torino 38/8. Cos'è l'orrore?: Suoni, colori
e paesaggi nel cuore distorto del genere

Sabato 28 Novembre 2020

Il Torino Film Festival si chiude con due opere radicali (che un tempo sarebbero appartenute a "Onde", angolo alternativo del festival sciaguratamente cancellato), all’interno della neonata sezione Le stanze di Rol, già distintasi all’interno della nuova configurazione.

EL ELEMENTO ENIGMÁTICO di Alejando Fadel (Le stanze di Rol) – Tre astronauti (o motociclisti?) si aggirano e camminano sui nevai tra infiniti paesaggi montati invernali. Una specie di road movie a piedi, dove i corpi si insinuano nel paesaggio, che in breve tempo (il film dura 40’) compie un’astrazione sintomatica della realtà. Siamo dalla parte di echi da “2001 – Odissea nello spazio”, dal momento in cui l’astronave supera Giove e si proietta in quell’universo di luci e suoni (qui l’eccellente tappeto musicale è di Jorge Crowe). Un lavoro ipnotico, che cattura l’occhio facendolo penetrare in mondi sconvolti dallo sguardo e dalla rottura simmetrica di ogni immagine. Voto: 8.

THE PHILOSOPHY OF HORROR di Péter Lichter, Bori Máté – Adattamento del libro del 1990 di Noël Carroll, che proponeva una lettura radicale del genere, il film si addentra nelle immagini di note pellicole, trasformandole, attraverso la cadenza di una sinfonia, che si apre con echi hermanniani, in una decomposizione, mutilazione, scomposizione di fotogrammi celebri, diventati sempre più astratti e inafferrabili, cerando la lettura di un codice rivelatore, che sappia inoltrarsi nel magma di colori, suoni e disegni, dando origine al senso dell’”orrore”, in quanto percezione e mistero dei nostri sensi. Voto: 7.

 

 

Ultimo aggiornamento: 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA