Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

E ora anche i visoni positivi al Covid, ma quel bombardamento di cifre...

Lunedì 9 Novembre 2020

Un mare di preoccupazione, di giusti timori, di sbandamenti dovuti  alla precarietà  che l’abbattersi  del virus così violento  ha obbligato anche i più scettici a pensare che  ...l’immortalità non esiste. Una considerazione che   -  in un contesto come quello al quale eravamo pervenuti negli ultimi tempi - sembrava puntare dritto sull’eternità di situazioni, di privilegi, di furbate da  realizzare certi  che non esista la parola fine che invece c’è -  certamente riesce difficile da cavalcare. 

Ed è arrivato lui,  il Covid, serpeggiante e subdolo ma presente in forme virali anche nella psiche di tanti di noi che  hanno reagito con convulsioni da panico, depressione, deliri che non risparmiano nemmeno i responsabili dell’informazione che ci bombarda ogni giorno, con carta stampata, messaggi, messaggini,  proclami diffusi dalla televisione, pubblica o privata che sia, intere trasmissioni dedicate solo al Coronavirus, oltre alle legittime preoccupazioni di tutti quelli per i quali  l’incertezza del futuro economico mina la sopravvivenza stessa.  Sembra che il Covid abbia distrutto soprattutto la nostra fantasia che potrebbe aiutarci a sopravvivere  (...o a morire in forme meno deliranti)  se non fosse ottenebrata dalla necessità ormai nevrotica di dare i numeri. Non si dice a caso "dare i numeri" per riferirsi a chi perde la testa, perché i numeri possono fare anche questo scherzo. Veniamo bombardati da numeri di positivi, asintomatici, sintomatici, negativi, senza che esista un parametro per capire rispetto a quali altri numeri dovremmo poter far riferimento per interpretare la notizia. Non ho mai saputo, ad esempio, quanti  tra i deceduti per coronavirus si fossero sottoposti al vaccino contro l’influenza.  Tanto per sapere se questo abbia qualche incidenza nel percorso della malattia.

Sappiamo puntualmente, quotidianamente ora per ora il numero di morti o ricoverati, ma non sappiamo però -  per poter fare un raffronto realistico -  quanti fossero i ricoverati o i morti negli ospedali o nelle case di riposo nello stesso giorno del 1918 o di qualsiasi altro anno.  Quanto ai numeri sarebbe sufficiente che se mai venissero diffusi con un trafiletto quotidiano sulla stampa,  radio e  televisione, accompagnati dalle consuete raccomandazioni per la protezione,  per informare  senza toni drammatici  buoni solo a scatenare il panico in molti.  Perché chi non capisce o non vuole capire  l’opportunità di conoscere  il percorso di questa  pandemia,  per paura o per stupidità, non li considera nemmeno, ma ne resta spaventato, mentre  per chi capisce non serve un martellamento paranoico come quello che l’informazione ci infligge  h24.   

Ora -  come se non bastasse -  si aggiungono i visoni, riconosciuti  positivi al Covid 19  trasmesso agli uomini. E la cosa pare sia pericolosa in quanto questa trasmissione dal visoni alle persone  assegnerebbe nuove caratteristiche al virus rendendo nulla la ricerca per il vaccino praticata sul Covid 19 così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi.  La denuncia  è stata fatta dalla Danimarca, paese primo per l’allevamento di questi  animali da pelliccia  (solo nel 2018 sono stati macellati per il mercato 18 milioni di visoni),  che a seguito di questa scoperta di contagio ha già provveduto a eliminare un grande numero di esemplari: un milione e mezzo di visoni nella scorsa estate, risarciti alle  fattorie  con  178 corone danesi  ognuno  (circa 25 euro). Sono in corso analoghi provvedimenti nei paesi dove questi allevamenti rappresentano un mercato importantissimo, come in Olanda, quarto paese produttore di visoni da allevamento. In Italia la notizia sta creando allarme presso gli allevatori che stanno valutando la cosa e il da farsi : certamente una ulteriore pessima notizia nel contesto che stiamo cercando di superare. I problemi sembrano moltiplicarsi:  non sappiamo quali altre vie prenderà il “corona” per renderci la vita sempre più precaria, difficile e inoltre - bisogna pur dirlo - terribilmente noiosa. 

Anche se si tratta di un problema tragico  che ci coinvolge tutti -  mettendo a rischio anche la nostra vita - non si possono  trascorrere giorni e giorni, settimane, mesi , parlando, leggendo, ascoltando  sempre   e solo Coronavirus. Finchè siamo vivi, cercando di rispettare tutte le suggestioni protettive consigliate, i distanziamenti, le mascherine, il lavarsi le mani, l’evitare  assembramenti, partecipazione a eventi  prive di distanziamento opportuno, chiediamo a gran voce a chi è preposto alla informazione, direttori di reti televisive,  quotidiani,  riviste, patiti dei social e dei Facebook, di parlare anche d’altro: cerchiamo persino di sorridere non fosse altro per il piacere di essere ancora vivi. Sulla  opportunità o meno  di chiusura di contesti legati  alla cultura nonché all’evasione, al sogno,  è compito di chi dovrebbe avere  le qualità del saggio:  posso  solo osservare che , se è stato deliberato di eliminare occasioni come spettacoli, concerti, mostre, l’evasione colta, gli  aspetti meno venali della nostra vita - anche con conseguenze  inevitabili e gravissime  di mancate risorse economiche per i lavoratori  di quei settori -  non si capisce perchè restino aperte le chiese, certamente indispensabili per chi trova conforto nelle pratiche religiose. Ma non sono meno indispensabili per tutti coloro che hanno diversi indirizzi, momenti di conforto offerti  dalla musica, l’arte, lo spettacolo , negati anche se possibili con  tutte le garanzie eventuali di distanziamento e di protezione.  Finchè respiriamo, cerchiamo di respirare con positività.Se i modi schizzati di chi deve accompagnarci autorevolmente lungo questo percorso difensivo ce lo permetteranno, proviamo a non perdere del tutto il sorriso almeno per la vita che ci lascia ancora vivi.

Ultimo aggiornamento: 16-11-2020 20:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA