Addio alla storica Osteria Il Cavallino: «Affitto esagerato, il 30% in più impossibile»

Lunedì 29 Giugno 2020 di Paolo Calia
Denis Mistro con la moglie e la figlia
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TREVISO L'osteria Il Cavallino, uno dei simboli di borgo Cavour, chiude. Un'altra volta. Dopo quattro anni termina la gestione di Denis Mistro, nonostante il buon successo ottenuto dalla formula composta da un menù ispirato alla tradizione gastronomica trevigiana, dalla storia del locale e dalla possibilità di utilizzare alcune camere come B&B in uno degli angoli più suggestivi della città. A mettere fine anche a questa esperienza il caro affitti oltre a una differenza di vedute con i proprietari dell'immobile, il tutto enormemente ampliato dai problemi causati dalla pandemia Covid. Ieri a pranzo sono stati serviti gli ultimi piatti. E in serata una bicchierata di saluto organizzata da Mistro con i clienti più stretti, ha definitivamente chiuso l'avventura.

I PROBLEMI
«Alla fine, dopo varie trattative, non c'è stato un punto d'incontro tra le richieste della proprietà e la nostra disponibilità - dice Mistro - lasceremo il Cavallino ad altri. La nostra gestione finisce qui. L'unica cosa certa è che entro il 15 luglio dovremo riconsegnare le chiavi. Le prossime due settimane le dedicheremo a liberare i locali dalle nostre cose. Poi: se decideranno di vendere, dare il ristorante a un nuovo gestore e tenere tutto chiuso, questo non lo so». Il caso del Cavallino è emblematico: il ristorante/osteria dall'insegna più iconica dalla città, chiude perché il proprietario chiede un affitto che il gestore non è più in grado di sostenere: «A febbraio - continua Mistro - ci avevano avvisato dell'intenzione di aumentare il canone del 30 per cento. Eravamo nel periodo pre-covid. Poi è arrivata la pandemia, la chiusura e tutti i problemi che ne sono derivati. Ma, ripresa l'attività, la richiesta di rinnovo dell'affitto non è cambiata. La proprietà non c'è venuta incontro nonostante tutto quello che è capitato». Il rapporto poi si è incrinato ancora di più quando il discorso è caduto sugli interventi da fare: «Certi interventi strutturali all'immobile sono necessari - precisa Mistro - ma deve essere il padrone di casa a farli. In ogni caso: non ci siamo incontrati e la storia finisce qui».

IL FUTURO
La famiglia Mistro non lascia la città: «Per l'estate continuiamo a lavorare nel bar in piazza Vittoria dove, invece, i proprietari sono stati meno miopi e ci sono venuti incontro consentendo di andare avanti col lavoro. A settembre vedremo che altre opportunità offrirà il mercato». Ma resta da affrontare il presente: «La questione è molto semplice: commercianti e ristoratori devono essere aiutati. Noi chiudiamo perché ci viene chiesto un affitto non sostenibile, non perché manchi il lavoro. Anche oggi (ieri ndr) a pranzo avevamo la terrazza piena. La gente sta tornando, ma dobbiamo fare i conti con i mesi di chiusura. Serve che i proprietari abbassino le pretese e che lo Stato dia aiuti veri, concreti. Servono soldi in conto corrente, tanto per essere chiari».
AIUTIComune e Ascom si sono dati da fare, ma non basta: «È vero, qualcosa è stato fatto. Ma serve di più. I contributi per le locazioni messi a disposizione dello Stato finiscono, giustamente, ai proprietari. Ma è poca cosa, non sufficiente per andare avanti. Ci dispiace lasciare il Cavallino: per quattro anni ci abbiamo investito lavoro, soldi, tutto noi stessi. Ci credevamo, ma proseguire non è possibile. Lasciamo tutta l'attività, anche le camere del B&B». Infine la previsione: «Non siamo gli unici in città a chiudere. Magari adesso siamo i primi ma tra sei mesi, se la situazione non cambia, ci seguiranno altri».
 
Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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