«Quell'orso ci ha aggrediti, ma va gestito non ucciso»

Domenica 28 Giugno 2020 di Angela Pederiva
«Quell'orso ci ha aggrediti, ma va gestito non ucciso» (Foto di Pexels da Pixabay)
L'ultimo incontro ravvicinato è stato documentato nelle scorse ore dall'emittente locale Rttr: il video mostra un escursionista che, durante una passeggiata nel bosco sopra Termeno, viene inseguito da un orso. Inconvenienti del Trentino, dove secondo il Rapporto grandi carnivori della Provincia, ne circolano fra 82 e 93 esemplari. Fra loro c'è anche quello (o quella: dalla reazione potrebbe trattarsi di una femmina) che lunedì in Val di Non ha aggredito Fabio e Christian Misseroni, padre e figlio di Cles, mandandoli all'ospedale con fratture e morsi. Sull'animale pende l'ordinanza firmata dal presidente Maurizio Fugatti, contro cui sono state raccolte oltre 15.000 firme, alle quali si aggiunge la voce dei due feriti: «Siamo contrari all'abbattimento, ma bisogna trovare una soluzione, perché adesso siamo terrorizzati».

I VERBALI
I due uomini sono stati dimessi dall'ospedale con vistose fasciature, dopo la disavventura vissuta sul Monte Peller. Con Il Gazzettino, il 28enne Christian Misseroni parla anche a nome del papà Fabio, 59enne titolare di una macelleria in paese: «Occorre gestire questa situazione in un modo pulito, nel rispetto della vita dell'orso. Ma la montagna bisogna viverla senza essere terrorizzati come ora lo siamo noi. Questo avvenimento mi ha rovinato la mia più grande passione». Di quel pomeriggio, il giovane porta una testimonianza ancora carica di paura: «Ero a 200 metri dalla strada principale, alle 17, vestito con colori vivaci, jeans e scarponi gialli, senza macchina fotografica, senza nulla che incentivasse un attacco. Sotto di me passava un piccolo sentiero». 

Quello che è accaduto in quei concitati frangenti, è riepilogato nei verbali e nelle perizie redatti dalla Forestale, di cui giovedì i due trentini riceveranno copia, con l'obiettivo di ricostruire pubblicamente i fatti dopo che in questi giorni si sono sentiti accusare sulla stampa e sui social, nel corso dell'acceso dibattito sulla convivenza tra l'uomo e il plantigrado. Chiede il ragazzo: «Cosa dobbiamo fare? Ora sono terrorizzato al pensiero di andare in montagna a farmi una passeggiata, questa cosa non è ammissibile. Noi vogliamo sicuramente una gestione la più pulita possibile, ma crediamo che sia necessaria, perché purtroppo nella nostra zona il territorio è saturo rispetto alla popolazione degli orsi: si stanno spostando sempre più in paese, gli avvistamenti sono frequenti vicino alle case». 

Dunque secondo i Misseroni l'esemplare non va ucciso: basterà, se e quando verrà catturato, rinchiuderlo com'è toccato a M49 alias Papillon e alla sua vicina di recinto DJ4? «Non è di mia competenza dire come poterli gestire, se spostarli o castrarli risponde Christian ma qualcosa bisogna fare. Altrimenti prima o poi ci scappa il morto, perché sono anche loro stressati dalla presenza sempre maggiore dell'uomo sulle nostre montagne. Qua il Peller è una zona frequentata giornalmente da moltissimi turisti, fungaioli, amanti della montagna. Quindi ora non abbiamo più il diritto di andare a farci una camminata?».

LA MOBILITAZIONE
Intanto continua la mobilitazione contro l'eliminazione dell'animale. Sulla piattaforma Change.org ha raggiunto e superato l'obiettivo delle 15.000 firme la petizione lanciata da Wwf Italia: «Vanno fermati gli abbattimenti automatici di tutti gli orsi coinvolti in incontri ravvicinati o incidenti, modificando il testo del Piano d'azione per la conservazione dell'orso sulle Alpi (Pacobace), che prevede la possibilità di abbattimento anche in caso di orsi che hanno semplicemente fatto ciò che la natura gli ha insegnato». 

Sul tema è intervenuto anche un dialogo via Twitter tra il ministro Sergio Costa, che aveva annunciato la possibile impugnazione dell'ordinanza, e l'attore Alessandro Gassmann, che da giorni sta tuonando contro Fugatti. Scrive il titolare dell'Ambiente: «Ciao Alessandro. Concordo con te. Farò tutto quello che è nelle mie possibilità per fermarli e salvare questo orso. Se fosse stata un'orsa che difendeva i propri piccoli? Qualsiasi mamma lo avrebbe fatto. Rispettiamoci tutti, esseri umani e animali». Replica l'artista: «Grazie Ministro. Davvero l'incapacità amministrativa non può prevalere sulla salvaguardia del patrimonio faunistico, su specie rare e delicate come gli orsi. Ne vale la tutela dell'eco sistema di cui facciamo parte, ed al quale facciamo danni che resteranno alle future generazioni». Ma per ora l'ordine di cattura e di abbattimento resta in vigore.
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