Alpini "pasticcioni", le campane tengono sveglio un paese intero da mezzanotte alle 3

Sabato 27 Giugno 2020 di Raffaella Gabrieli
La chiesetta di San Micel, sopra Fonzaso
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FONZASO - Cittadini di Fonzaso buttati giù dal letto nella notte tra giovedì e venerdì, per l’improvviso e interminabile suono delle campane dell’eremo di San Micel che, dalla loro posizione in alto sulla vallata, non temono di non essere sentite. Da mezzanotte alle 3 lo scampanìo è stato costante e insistente e ciò, oltre a diffondere un gran fastidio, ha fatto preoccupare più d’uno se si pensa che la struttura un tempo era abitata dal guardiano del fuoco che aveva il compito, appunto, di segnalare alla popolazione eventuali incendi. Inevitabile, quindi, che il pensiero sia corso in quella direzione. In realtà, nulla di tutto ciò. Quanto piuttosto un banale intoppo tecnico causato dall’intervento degli alpini di Fonzaso, giovedì mattina, intenzionati a far ripartire l’impianto elettrico di luci e campane dopo il blackout provocato dai temporali della settimana scorsa. «Hanno agito in completa buona fede - li scusa il sindaco Giorgio Slongo -. Anzi, per interrompere il supplizio è partito a piedi e munito di torcia proprio il capogruppo Ana Giambattista Lira».
LA DISAVVENTURA
Quello posto nel cuore roccioso del monte Avena è un complesso composto dal cosiddetto castelletto (dove fino a qualche decennio fa viveva il guardiano del fuoco), da una chiesetta dedicata a San Michele e dalla scritta a lettere cubitali “Ave Maria”. Tutto abitualmente ben illuminato tant’è che risulta visibile anche da lontano. «Peccato che i temporali che si sono susseguiti una decina di giorni fa - spiega il primo cittadino - abbiano fatto saltare l’impianto elettrico che alimenta anche le campane che con un “fine suono” lungo un minuto dà il buongiorno alle 6 e augura buona serata alle 18». Proprio giovedì i volontari del Gruppo Ana-Protezione civile di Fonzaso, picconi e badili alla mano, hanno ripulito il sentiero pedonale di circa 1 km che dal centro di Fonzaso raggiunge uno dei simboli della fede del Feltrino. «Pieni di buona volontà come sempre - prosegue Slongo - hanno anche pensato di riattivare l’impianto in modo che luce e campane potessero riacquistare vita. Ma qualcosa deve essere andata per il verso sbagliato perché le campane, come impazzite, sono partite a mezzanotte. E poi hanno proseguito indisturbate fino a che lo stesso capogruppo Lira ha deciso di partire per andare a spegnerle di persona. Così, grazie al suo intervento, il silenzio è tornato poco dopo le 3».
IL PROGETTO
«Ovviamente assolvo in pieno gli alpini - sottolinea il sindaco Slongo - che non hanno fatto altro che donare il proprio tempo libero per pulire il sentiero e per ripristinare luce e campane di San Micel, realtà tanto cara a tutti noi. Va detto inoltre che sappiamo già da tempo che l’impianto della struttura lascia a desiderare e che a ogni temporale salta. Tant’è che il Comune ha già ottenuto un contributo dal Bim per il rinnovo completo. I lavori partiranno a breve e consentiranno anche di cambiare il colore del faro illuminante sulla base dell’evento in corso: per esempio viola durante la sagra dell’uva o rosa per la festa della donna».
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Ultimo aggiornamento: 12:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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