Un salto nel futuro la nuova Piastra chirurgica del Santa Maria del Prato

Sabato 27 Giugno 2020 di Lauredana Marsiglia
Il taglio del nastro della nuova Piastra chirurgica dell'ospedale di Feltre
FELTRE - «Un passo avanti notevole, un’impostazione che apre una nuova epoca. Qui possiamo produrre tantissimo in chirurgia. So che la parola produzione non suona bene, ma stiamo ragioniamo in termini tecnici». Federico Innocente, primario di Anestesia e Rianimazione era tra la folla che giovedì mattina ha percorso le ultime due caselle della Piastra chirurgica costata 41 milioni di euro, ovvero l’area che accoglie il nuovo Gruppo operatorio con le sue sette sale chirurgiche e una zona di induzione e risveglio di 12 posti letto, e la nuova Rianimazione composta dai 6 box per la terapia intensiva e altri 2 per la gestione dei pazienti infettivi e immunodepressi. Queste ultime due opere sono costate rispettivamente 6 milioni 163mila euro e 3 milioni 600mila euro.
Il Gruppo operatorio, che entrerà in funzione ad agosto, sarà di riferimento per la chirurgia generale, la ginecologia, l’ortopedia, l’otorinolaringoiatria e l’urologia. La concentrazione di risorse sia umane sia materlia permetterà, ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 1, Adriano Rasi Caldogno, l’ottimizzazione della gestione. Si esce dal concetto di personale di Unità operativa a favore di una gestione dipartimentale e multidisciplinare. Infine, ma non da ultimo c’è l’aspetto della sicurezza degli ambienti con alti standard per la prevenzione delle infezioni nosocomiali e per la salute di chi ci lavora. Tra le nuove attrezzature c’è la colonna endoscopica in 4k HD capace di inviare immagini ad alta definizione.
Il Santa Maria del Prato ha fatto così un salto di qualità che lo proietta tra le migliori strutture ospedaliere, Centro di riferimento regionale per la chirurgia oncologica gastroenterologica. L’inaugurazione ha visto la presenza anche del governatore del Veneto, Luca Zaia, in una delle sue prime uscite pubbliche dopo 125 giorni di assedio da parte del Covid-19. Un’esperienza dura che ha messo alla prova il sistema sanitario veneto, che ne è uscito vincente.
E proprio l’emergenza scatenata da un virus sconosciuto, ha messo in evidenza l’importanza delle terapie intensive. Nel 2019 Feltre ha registrato ben 367 ricoveri in questo reparto.
Il nuovo salto di qualità aumenterà sicuramente l’attrattività di pazienti fuori Ulss o altre regioni: nel 2019 sono stati 1654 di cui 505 per ortopedia, 483 per ginecologia, 248 per chirurgia generale, 388 per urologia e 80 per otorino.
Sul fronte dei ricoveri complessivi si è toccato quota 5.820 con il primato consolidato per il reparto di ostetricia e ginecologia (1.551).
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