«Pierluigi aveva scalato mezzo mondo e non lasciava mai nulla al caso»

Lunedì 22 Giugno 2020 di Serena De Salvador
Pierluigi Donadon, il noto alpinista morto domenica colpito da un masso
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CONEGLIANO - «La sicurezza è sempre stata la sua prima premura. Non lasciava mai nulla al caso. Il destino è stato crudele con lui». Sono le parole di Claudio Bernardi, capogruppo della sezione Ana di Santa Lucia di Piave, a ricordare l'amico Pierluigi Donadon, 65enne rimasto ucciso ieri mattina durante una scalata tra le Alpi Carniche Orientali. L'uomo, nativo di Santa Lucia, viveva a Conegliano con la moglie Isabella Gianelloni, consigliere comunale del Partito Democratico. Notissimo alpinista, aveva affrontato vette tra le più alte del mondo in Asia, Europa e Sudamerica.
LA MORTE
Il fatale incidente è avvenuto alle 11.30 di domenica lungo la via Lomasti della parete sud della Creta di Pricotic, nel gruppo del Monte Cavallo in provincia di Udine, poco lontano dal confine austriaco. Donadon aveva raggiunto con un amico casera Winkel e affrontato il sentiero fino alla base della parete. Cominciata la scalata, si trovava in un punto di sosta e stava assicurando il compagno di cordata che lo precedeva quando, sotto gli occhi di un altro gruppo di alpinisti a pochi metri da lui, si è consumata la tragedia. Dall'alto un masso roccioso si è staccato travolgendolo. I presenti hanno dato l'allarme via Gps poiché la zona non ha copertura cellulare e il segnale è rimbalzato prima alla casa madre dell'apparecchio in America, poi alla protezione civile romana e infine al soccorso alpino friulano. I soccorritori hanno raggiunto il punto dell'incidente mentre l'elisoccorso calava con il verricello il medico del soccorso alpino che non ha però potuto far altro che constatare il decesso. La salma è poi stata ricomposta e recuperata da un secondo elicottero che ha anche portato a valle gli altri scalatori.
LA CARRIERA
La notizia della scomparsa di Donadon ha raggiunto in serata il coneglianese, dove i carabinieri hanno informato la moglie e i figli Elena e Nicola. Immenso il cordoglio da parte degli Alpini, di cui il 65enne era diventato membro seguendo le orme del padre Mario. Nelle Penne nere a metà anni Settanta aveva fatto il servizio militare in Carnia. Quella per la montagna era per Pierluigi una passione viscerale, coltivata fin da giovane. Anche durante gli anni passati a lavorare all'Elecrolux Zanussi le vette erano sempre state il suo mondo. Un amore trasmesso anche alla moglie Isabella con cui spesso faceva escursioni. Ma la carriera alpinistica del 65enne è stata costellata di grandi successi, come l'ascesa nel 2005 al campo base del K2, a cinquemila metri sulle orme di Compagnoni e Lacedelli nel cinquantesimo dalla storica impresa. E poi le spedizioni in Russia, alla conquista del tetto d'Europa, e ancora in Perù dove era stato anche giusto un paio d'anni fa subito dopo essere andato in pensione. Uno scalatore dalla grandissima esperienza, tradito da una fatalità imprevedibile, figlia della montagna indomabile da lui tanto amata. Oltre che appassionato di sci di fondo, era anche molto impegnato con il gruppo Ana e il Cai, da sempre organizzatore e ospite di tante serate e incontri dedicati all'alpinismo con le immagini e i filmati delle sue imprese internazionali che portava gelosamente a casa, nella sua Conegliano. Proprio come faceva con i sassi che raccoglieva durante ogni scalata e che esponeva in salotto. Sempre attivo durante le campagne elettorali della moglie, per la quale affiggeva personalmente i manifesti in città, nel 2002 aveva avuto una breve parentesi politica candidandosi nella lista Giandon. Il mondo politico coneglianese si è stretto alla famiglia con le condoglianze espresse dal sindaco Fabio Chies: «Una tragedia per la quale non ci sono parole» ha commentato.

 

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