Il Tar della Lombardia, con sentenza depositata stamattina, ha annullato gli atti amministrativi formati dalla Fondazione San Matteo di Pavia ed il conseguente contratto stipulato con la Diasorin, multinazionale con sede a Saluggia (Vercelli), per la sperimentazione dei test sierologici. Diasorin «ha acquisito un illegittimo vantaggio competitivo rispetto agli operatori del medesimo settore, perché ha potuto contare in modo esclusivo sul determinante apporto di mezzi, strutture, laboratori, professionalità, tecnologie e conoscenze scientifiche messe a sua esclusiva disposizione dalla Fondazione» San Matteo di Pavia. Lo scrive la prima sezione del Tar della Lombardia (presidente Domenico Giordano) nelle 48 pagine della sentenza con cui ha annullato l'accordo tra la multinazionale e il Policlinico San Matteo di Pavia sui test sierologici. L'accordo, scrive il Tar, «non è diretto ad una mera validazione di prodotti finiti, ossia ad un'attività che il San Matteo potrebbe riprodurre in favore di altri operatori, ma alla realizzazione di kit e prodotti che sono venuti ad esistenza solo per effetto delle attività svolte dal Policlinico San Matteo in base all'accordo e dietro compenso». Una volta creati «i nuovi prodotti e conseguita la certificazione CE, il vantaggio competitivo di Diasorin si è consolidato, in quanto la società è stata in grado di brevettare, produrre e immettere sul mercato prodotti innovativi, realizzati grazie al determinante intervento della Fondazione pubblica».
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