Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Cinema a casa/4 - Puglia star, i film meno
Il meglio nel cuore della guerra balcanica

Mercoledì 3 Giugno 2020
In attesa di capire cosa succederà il 15 giugno, data prevista teoricamente anche per l’apertura delle sale (ma chi aprirà? Con quali film? E soprattutto chi avrà voglia di andare ora al cinema?), continua l’afflusso dei film disponibili sulle varie piattaforme in streaming. Anche questa settimana propongo una selezione.

LA RIVINCITA di Leo Muscato (Raiplay) – Siamo nelle Murge, dove due fratelli, Vincenzo e Sabino, entrambi in difficoltà economiche, ma con uno spirito diverso nell’affrontare la vita, cercano di sbarcare il lunario. Ma quando viene espropriato il terreno agricolo di Vincenzo per far passare l’autostrada, la situazione precipita. Se nella prima parte si affronta il tema urgente della crisi del lavoro, della povertà dilagante e delle azioni di strozzinaggio compiute dagli usurai, la seconda precipita malamente in una commedia degli equivoci, che vorrebbe avere anche toni esilaranti (tutta la vicenda ruota attorno alla nascita di un figlio), ma mina completamente la forza di un film che si accontenta invece di strappare qualche risata, compreso il finale. L’esordio al cinema di Leo Muscato, autore teatrale di rilievo, è un’occasione purtroppo mancata. Voto: 5.

BAR GIUSEPPE di Giulio Base (Raiplay)
– Giuseppe gestisce un bar a un distributore di benzina in Puglia ed è noto per essere un uomo dall’animo generoso. Quando la moglie muore improvvisamente non se la sente di mandare avanti l’esercizio, ma in suo soccorso arriva Bikira, una 18enne di immigrati africani, che viene assunta come cameriera e che poi lo sposa, con il parere nettamente contrario dei figli e osteggiato anche dalla comunità locale, sia per la questione razziale, sia per quella anagrafica. Una rilettura laica (Giuseppe ha l’hobby del falegname, Bikira vuole dire vergine), con tanto di natività, che il regista Giulio Base poggia quasi interamente sulle spalle di Ivano Marescotti, spesso silenzioso, dove lo sfarzo tecnico, a tratti esageratamente esibito con una regia fin troppo energica, si scontra con un simbolismo accentuato e con l’esilità di una sceneggiatura che punta sulla sottrazione, ma finisce col disperdere la forza politica del film. Voto: 5,5.
L’ALTRA METÀ di Alice Wu (Netflix)
– Ellie Chu è una studentessa modello, bravissima a scuola, piena di hobby e ovviamente molto solitaria e senza amici: la classica secchiona. Vive col padre e generosa com’è accetta di aiutare Paul, scrivendo lettere d’amore per Aster, un’altra ragazza, ben più espansiva, della scuola. Tra i tre si intreccia una curiosa relazione a distanza, non priva di malintesi. Esile, ma simpatica commedia dei sentimenti adolescenziali, che la regista sino-americana Alice Wu, racconta con sensibilità, con un richiamo evidente a Cyrano. Voto: 6,5.
GHOST TOWN ANTHOLOGY di Denis Coté (Mubi)
- In un villaggio remoto e innevato del Quebec, di soli 215 abitanti, un’auto all’improvviso sbanda e va a sbattere. A bordo c’è un ragazzo di 21 anni, che muore. Incidente? Suicidio? Se lo chiedono la madre e il fratello 23enne, che cercano anche un contatto con il defunto. E intanto in tutto il villaggio iniziano strane apparizioni di persone morte molto tempo prima. Immerso in un’atmosfera lattiginosamente cupa, girato in pellicola 16mm con tutta una grana che rafforza un senso oscuro, capace di osservare lo spazio e le dinamiche degli avvenimenti, il film di Coté appare come un corpo fantasma esso stesso, rincorso dal bisogno di scompaginare le credenze dello spettatore, in un continuo, catatonico depistaggio della realtà. Ma non c’è molto di nuovo e soprattutto la sostanza alla fine è poca. Ma il clima inquietante funziona. Voto: 6.
THE LOAD di Ognjen Glavonic (Mubi)
– Durante la guerra balcanica, Vlada è un camionista che trasporta un carico misterioso fino a Belgrado, attraversando zone pericolose e incontrando alcuni personaggi, tra cui un giovane autostoppista che spera un giorno di andare in Germania. Plumbeo ritratto di un terra devastata, che il regista serbo racconta con un road movie, dove lo sguardo documentaristico si allaccia a un’atmosfera di estrema incertezza e paura, portandoci dentro a uno sgomento esistenziale, che tralascia ogni spiegazione (nemmeno del carico sapremmo mai nulla), ma si addentra nel dolore di popoli che faranno fatica a trovare pace. Voto: 7.
GEORGETOWN di Christoph Waltz (Chili, Infinity, Rakuten)
– Deludente regia (la seconda della sua carriera, a 20 anni dalla prima) del regista austriaco, pluripremiato agli Oscar, capace spesso di dare ai suoi personaggi grotteschi e sarcastici toni tra la farsa e la tragedia. Qui affronta l’eccentricità di un uomo (la storia è vera), che, nel tempo, cambia diverse volte ruoli e personalità, finendo con lo sposare una vecchia giornalista, del cui omicidio sarà accusato. Fragile il ritratto, debole il ritmo e l’interesse, che scivola via quasi nell’indifferenza, specie nella seconda parte, quando il film s’impianta nella vicenda giudiziaria, trasformando le sfumature della prima parte in una ossessiva dimostrazione di padronanza del gioco, che in realtà lo vedrà soccombere. Voto: 5.
 
 
  Ultimo aggiornamento: 08-06-2020 14:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA