Santa Cristina, l'isola del lusso in affitto: 4mila euro a notte, massimo 16 persone

Mercoledì 3 Giugno 2020 di Vittorio Pierobon
Santa Cristina, l''isola del lusso in affitto: 4mila euro a notte, massimo 16 persone
L'isola deserta, dove trascorrere vacanze fuori dal mondo, immersi in un paesaggio naturale fantastico, non serve andare a cercarla in mezzo agli oceani, è molto più vicina, in mezzo alla laguna nord di Venezia. Santa Cristina è (per chi può permetterselo) l'isola dei sogni. Si può affittare per trascorrere un periodo di relax con gli amici. Al massimo sedici persone con l'intera isola a disposizione. Certo costicchia, anche se nel suo genere non è cara: 4mila euro a notte. Se poi non si ha voglia di occuparsi dei fornelli, c'è a disposizione uno chef, con una aggiunta di 100 euro a persona. Specialità della casa il pesce, freschissimo. Santa Cristina è di proprietà della famiglia Swarovski, i gioiellieri specializzati in monili in cristallo. Un marchio mondiale, un patrimonio smisurato, un fatturato attorno a 4 miliardi di euro, 32mila dipendenti sparsi nel mondo.
 
IN LAGUNA
L'isola, che faceva parte dell'arcipelago di Ammiana, ora sommerso dalle acque, venne acquistata nel 1986 da Gernot Langes-Swarovski, pronipote di Daniel, il fondatore dell'impero di cristallo. Uno sfizio per trascorrere brevi vacanze a Venezia. In realtà l'isola è stata poco utilizzata fin quando René Deutsch, 42 anni, figliastro di Gernot Swarovski (sua madre ha sposato in seconde nozze il magnate), pochi anni fa ha deciso di trasformarla in un luogo per il benessere, soprattutto spirituale. La folgorazione è avvenuta durante un lungo soggiorno in Australia. È lo stesso Renè a raccontare: «Un giorno mi sono imbattuto in un Ashram (un luogo di meditazione yoga), mentre vagavo in uno dei parchi nazionali dell'Australia ed è stata una vera è propria rivelazione. Gli edifici erano semplici, nulla di particolare, tuttavia c'era una bellezza intrinseca che era evidente. Ho prenotato un ritiro di tre giorni che ha cambiato la mia vita». 



IL PROGETTO
L'idea di realizzare qualcosa di simile lo ha subito affascinato e, assieme alla moglie Sandra, hanno pensato che l'isola di famiglia potesse fare al caso loro: «Vedevamo il suo potenziale come destinazione spirituale, coniugando l'esempio dell'Ashram e la nostra cultura europea. Avremmo utilizzato gli elementi acquisiti in Australia per applicarli in maniera concreta qui nella laguna». In realtà Santa Cristina non si presenta come un Ashram, ma come un'oasi di lusso, dove certamente è possibile meditare e praticare yoga, ma anche godere delle gioie e dei piaceri della vita. Ad illustrare gli innumerevoli pregi dell'isola ci pensa Allison Zurfluh, l'appassionata manager che ne gestisce l'immagine. Cittadina elvetica, ma veneziana d'adozione. Vive a Burano e torna in Svizzera solo quando le scade il visto. In pochi anni è diventata più veneziana di un gondoliere, amica di pescatori e moecanti (raccoglitori dei tipici granchi di laguna), si muove con il suo barchino e tiene i contatti con il mondo per conto di René. Parla un perfetto italiano, oltre ad altre tre lingue, e ormai capisce il dialetto. «Qui c'è una pace assoluta. Si arriva solo in barca, o se proprio uno vuole, come ha fatto l'ultima volta che è venuto Gernot Swarovski, in elicottero. Abbiamo una piazzola d'atterraggio. A noi non interessa il lusso, ma la semplicità. I locali sono arredati con cura, ma senza sfarzo, molti degli oggetti d'arte provengono direttamente dai proprietari che amano acquistarli durante loro numerosi viaggi. La vita per gli ospiti è improntata alla tranquillità. C'è una superficie di 30 ettari, ci si può muovere a piacimento, ci sono un boschetto, un vigneto da cui Gianluca e Matteo Bisol ricavano in ottimo vino, una piscina, le splendide valli da pesca che vengono curate con passione da Massino Tagliapietra, un pescatore di Burano. Renè vuole che tutto funzioni secondo le tradizioni veneziane, con il massimo rispetto per l'ambiente».

IL PARADISO
Agli ospiti viene messa a disposizione l'intera villa con 9 camere da letto, con bagno personale, soggiorno, cucina e sala da pranzo. Oltre, naturalmente, a tutta l'isola, piscina compresa. Una vacanza molto particolare per gruppi di amici, perché non vengono accettate prenotazioni singole. O tutta l'isola o niente. Per arrivarci, partendo da Burano (che è già una delle isole più lontane da Venezia), rispettando i rigidi limiti di velocità in vigore in laguna, ci vogliono una ventina di minuti. Attorno il nulla, solo la natura che crea un paesaggio mozzafiato. In lontananza il campanile di Torcello. Una quiete totale, se non fosse per il passaggio di qualche barca a motore. Un paradiso per l'avifauna che prospera rigogliosa, anche perché sull'isola la caccia è vietata. Il sogno di René è raggiungere la totale autosufficienza dell'isola: «Vorremmo che Santa Cristina diventasse completamente sostenibile. Attualmente produciamo acqua potabile, grazie ai pozzi profondi 240 metri e tecnologie di ultima generazione che la purificano. Stiamo espandendo un orto di verdure e lavorando con agronomi locali per creare un giardino che procuri prodotti freschi per tutte le stagioni. Nell'orto abbiamo inoltre 160 albicocchi, 50 pruni, all'incirca 30-40 fichi, e in futuro aumenteremo gli alberi da frutta per includere le diverse varietà veneziane. Grazie alla collaborazione dell'Università Ca'Foscari abbiamo rivitalizzato le valli da pesca e ripristinato la catena alimentare acquatica. Il nostro obiettivo finale è di diventare autosufficienti e diminuire l'impatto ambientale». A Santa Cristina il Coronavirus non è mai arrivato, anche perché in questi mesi sull'isola c'era solo Allison, assieme a una coppia di austriaci che curano la manutenzione della struttura. Però gli effetti del Covid-19 sono ricaduti sulle prenotazioni. «Negli anni scorsi - spiega la manager svizzero-buranella - gli affari andavano molto bene. C'erano parecchie richieste. Tenga conto che non affittiamo mai per meno di 5 giorni, questo è un posto dove ha senso viverci un po'. Quest'anno siamo molto indietro. Abbiamo perso tre mesi. Come, purtroppo, tutte le attività turistiche». 



IL REGALO
Ora si riparte, ma Allison ha proposto a René di farlo con un gesto di grande significato, una sorta di abbraccio all'Italia e alla categoria in prima linea durante l'emergenza, medici e personale infermieristico. Perché non ospitarne un gruppo sull'isola? «Da anni lavoro con e per l'Italia: un Paese che adoro. - racconta Allison - Per questo, vedendo gli italiani soffrire ho sentito la necessità di offrire un mio contributo. E in questo momento le risorse più preziose che possa mettere a disposizione sono il mio tempo e le conoscenze ed esperienze maturate nella laguna di Venezia. Quando ho suggerito l'idea a René e Sandra entrambi non hanno esitato un secondo. Anzi, hanno subito pensato di mettere a disposizione l'isola, uno chef, vitto e alloggio per cinque notti. Mi sono commossa per tanta generosità, non aspiravo a tanto». Dall'8 al 13 giugno un gruppo di operatori sanitari, tutti provenienti dalla provincia di Bergamo, sarà ospitato sull'isola. «Purtroppo i posti sono pochi e gli ospiti dovranno accettare di condividere la stanza con un'altra persona - spiega la manager - ma il distanziamento sociale è garantito, le camere sono molto grandi». René Deutsch è entusiasta del progetto: «Allison, Sandra ed io abbiamo deciso di unire le nostre risorse per dare qualcosa a coloro che hanno lavorato duramente per proteggere chi ha sofferto». Allison mette in moto il barchino: è tempo di tornare a Burano, dove sta ricominciando l'invasione dei turisti. Un mondo così lontano da Santa Cristina. 
Vittorio Pierobon
(vittorio.pierobon@libero.it) 
Ultimo aggiornamento: 12:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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