Pericolo negazionismi/ Il sacrificio per la salute collettiva

Martedì 2 Giugno 2020 di ​Silvio Garattini
La lotta al Sars Cov-2, il virus che determina la malattia nota con il nome di Covid-19 è stata sintetizzata con i 3 T: Testare,Tracciare,Trattare. Testare vuol dire in termini pratici eseguire il tampone naso-faringeo, perché questo è il solo modo per sapere in tempi relativamente rapidi se un soggetto è stato infettato dal virus. 

Come è ovvio,quanto più si fanno tamponi, tanto più esiste la probabilità di trovare soggetti positivi. Poiché la grande maggioranza dei soggetti infettati non manifesta sintomi o ne manifesta solo alcuni comuni alle malattie da raffreddamento è solo il tampone che dà la certezza dell’avvenuta infezione. È anche ovvio che il tampone fotografa la situazione in un tempo specifico e quindi chi è negativo oggi potrebbe essere positivo domani. Il numero di tamponi che si può eseguire ha dei limiti nel personale disponibile, nei laboratori attrezzati e perfino nella disponibilità dei materiali necessari che vanno a ruba in tutto il mondo. Non è quindi possibile fare tutti i giorni tamponi a tutti, ma si devono limitare a chi è più esposto al pubblico. Poiché ogni portatore di virus, anche asintomatico, può diffondere il virus, è molto importante sapere con quali altre persone il contagiato è stato in contatto. Ecco perciò la necessità di “tracciare”. In una piccola comunità il tracciamento è facile e non richiede molta tecnologia, ma in una grande città o per una popolazione in grande movimento per ragioni di lavoro sono necessari strumenti adatti per sapere in modo automatico quante e quali persone sono state in contatto con il soggetto contagiato. Così il Comitato Tecnico Scientifico ha consigliato il Governo di mettere in campo una tecnologia che si chiama “App Immuni”, un nome poco indovinato, perché il tracciamento non ha molto a che fare con la immunità.
In attesa che le si cambi nome, la App di cui si parla ha bisogno di smart telephone. L’installazione, a detta dei tecnici è molto semplice e richiederà di inserire solo pochi dati, come il proprio comune di residenza. Gli smartphone di due o più persone quando si troveranno a una distanza inferiore al metro si scambieranno codici generati automaticamente, che poi consentiranno di rintracciare e informare chi è a rischio, nel caso in cui qualcuno risulti contagiato. A questo punto si possono sollevare alcuni problemi. Anzitutto, attenzione perché già esistono false app simili alla Immuni che introducono virus informatici.

Qualche complottista, inoltre, ha già osservato che si tratta di una modalità per seguire tutti i nostri movimenti e per controllare ciò che facciamo. In realtà, i dati sono completamente anonimi e tutto il sistema è stato sottoposto all’approvazione del Garante della Privacy. Inizialmente, in base agli annunci preliminari che possono anche cambiare nel tempo, il sistema verrà attivato per un primo test in quattro Regioni: Liguria, Puglia, Abruzzo e Marche; ma potrà essere scaricato in tutta Italia.

È prematuro stabilire quanto durerà il test perché tutto dipenderà dai problemi che si incontreranno nei vari aspetti dell’utilizzo dell’App Immuni, inclusa la capacità di interagire con i sistemi informatici regionali. Occorre anche ricordare che l’utilizzo dell’App è volontario e quindi potrebbe essere utilizzato anche da coloro che sono contrari a ogni forma di obbligatorietà, protestando il diritto all’autonomia. Si tratta perciò di una forma di collaborazione che si vuole offrire a chi deve gestire il complesso problema del contenimento dell’infezione da Cov-2. Perché il sistema abbia successo è importante che almeno il 50 percento della popolazione delle Regioni interessate scarichi l’App Immuni. L’esperimento iniziale sarà molto importante per affinare il sistema e migliorarne l’efficacia. È difficile fare l’indovino e quindi prevedere se avremo oppure no una seconda ondata dopo l’estate. Nessuno può saperlo con certezza. Per ora il virus è ancora in circolazione e quindi è importante essere preparati per non ricadere nelle difficili situazioni dei primi mesi di quest’anno. Gli errori possono essere comprensibili, quando ci si trova di fronte a una situazione del tutto nuova; ma non sono più accettabili, quando sappiamo come ci si deve comportare. Anche l’ausilio del “tracciare” va sostenuto non solo per l’oggi ma soprattutto in vista del domani.

Ciò è tanto più vero considerando che il “trattare” non è ancora disponibile, perché molti farmaci che si ritenevano utili hanno dimostrato i loro limiti. Abbiamo per ora solo il plasma dei convalescenti e il vaccino non è ancora disponibile.

In conclusione, senza essere ossessivi, continuiamo a osservare le regole generali: mascherine in presenza di altre persone, distanza di almeno un metro, evitare gli assembramenti, mantenere buone regole igieniche. Non vanifichiamo, per un errato senso di libertà le tragedie e i sacrifici dei mesi passati, ricordando che i comportamenti anomali sono lesivi non solo della salute individuale, ma anche della salute di tutti.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA