​Da Farra a Crema per dare conforto al medico in trincea: gli porta il Prosecco

Lunedì 1 Giugno 2020
Da Farra a Crema per dare conforto al medico in trincea: gli porta il Prosecco
«Grazie per il vostro vino. E' il primo giorno di ferie dopo un mese in corsia. E questo prosecco è un regalo». In piena pandemia, Silvia Spadetto produttrice e assessore del Comune di Farra, ha consegnato personalmente cartoni di prosecco a Crema. E ha la felicità dei suoi clienti stampata in volto. In particolare quella di un medico di uno degli ospedali più colpiti dal Covid. «Mi ha chiamato una domenica mattina emozionandomi» conferma Spadetto. Tre ore di viaggio. In piena pandemia. Per consegnare di persona i propri vini ai clienti lombardi. «Pensavo il prosecco fosse un bene voluttario. Mi sono accorta che nell'economia del benessere ha un peso molto alto» commenta. 

IL VIAGGIO
In genere, in aprile, erano i clienti a venire in Vallata per fare scorte di Docg. Ma la pandemia ha sconvolto i ritmi e cambiato le abitudini. Così la produttrice 42enne, ex farmacista mamma di tre ragazzi e alla guida dell'azienda di famiglia Riva Grandaha caricato il furgone. Andando personalmente a consegnare gli ordini a casa dei clienti fuori regione. «Ricordo perfettamente l'autostrada completamente deserta. Erano i primi di aprile. Il viaggio da Farra a Crema è stato quasi onirico. Ma mi sono sentita improvvisamente meglio: il mio prosecco avrebbe dato un'ora di leggerezza a molte persone in una regione martoriata».

La produttrice durante il lockdown ha consegnato personalmente a Crema i suoi vini a molti clienti. Tra questi un medico dell'ospedale che fiaccato da un mese ininterrotto in rianimazione, le ha telefonato. «La sola idea di tornare e potere bere un calice con mia moglie mi dà forza». Una storia bella, che lega le preziose bollicine della Docg alla tragedia della pandemia. «Da anni abbiamo molti clienti lombardi, in particolare della zona di Crema. Vengono in gita sulle colline, amano salire alla vigna e degustare i nostri vini, poi portano a casa il prosecco sfuso o in cartone» conferma. Sono clienti speciali che chiedono l'esperienza dentro il bicchiere. Non appena il decreto ha consentito a determinate categorie le consegne, Silvia ha pensato di riunire gli ordini e partire. «Era importante mantenere il rapporto fisico con i nostri clienti. Quelli che arrivano qui per cercare il contatto umano. Tante volte sono amici di lunga data. Ma sinceramente in quel momento mi facevo molti scrupoli a chiamarli, pensavo che il prosecco non fosse certo in cima alla lista delle loro priorità». A sorpresa invece quando si è saputo che c'era la possibilità della consegna, hanno chiamato in moltissimi. «Devo dire tutti i miei clienti della zona. E' stata una cosa insperata». 

LA TESTIMONIANZA
Fra questi anche un cliente che fa l'anestesista all'ospedale di Crema. «Mi ha chiamato una domenica mattina, era il primo giorno libero dopo un mese ininterrotto di turni. Voleva spiegarmi come per lui fosse importante sapere di poter trovare una bottiglia la sera da aprire con la moglie. Quanto fosse bello quello spazio di normalità. E' stato emozionante e mi ha convinto che allora sì aveva senso». Le consegne sono avvenute in totale sicurezza, con continue sanificazioni dell'abitacolo e cambio d'abiti. «Poi abbiamo puntato su e-commerce, ma le vere soddisfazioni sono venute dai nostri clienti storici. Che hanno mantenuto tutti gli ordini e continuato a ordinare». Le aziende della Docg in generale hanno patito più degli altri mondi del prosecco a causa dello stretto legame con il segmento dell'Horeca. Ma fidelizzazione e aperitivo hanno consentito di limitare i danni. «Anche personalmente, ho cominciato a stare meglio quando ho potuto raggiungere i clienti con le consegne. Scoprendo quanto sia importante il piacere di dedicarsi del tempo in leggerezza dopo tante ore di difficoltà e responsabilità». 
E.F.
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