Norme anti contagio, gli ispettori controllano 1.200 aziende

Lunedì 1 Giugno 2020 di Gabriele Pipia
PADOVA -  Dal 18 maggio i riflettori si sono accesi su locali e negozi, ma non si spengono sulle aziende. Gli uomini dello Spisal continuano infatti a controllare incessantemente sedi di lavoro di ogni tipo: il piccolo cantiere edile e il grande concessionario di auto, la realtà agricola e il colosso metalmeccanico. Dall’inizio dell’emergenza sono passati 100 giorni ma la guardia non si abbassa. Il conto aggiornato a venerdì sera parla di 1.207 imprese passate al setaccio in tutta la provincia di Padova per un totale complessivo di 37.380 lavoratori. L’attività degli ispettori dell’Ulss 6 Euganea proseguirà così anche nelle prossime settimane, ma non è affatto escluso che arrivino indicazioni per andare a verificare il rispetto delle norme anti-Covid anche all’interno di bar, ristoranti e attività commerciali. 
L’ATTIVITÁ
Lo Spisal è il servizio che si occupa della sicurezza sul lavoro e che nelle ultime settimane ha effettuato sopralluoghi in una lunga serie di imprese in tutta la provincia con una media di 25 al giorno. La squadra diretta dalla dottoressa Rosanna Bizzotto comprende 60 persone, di cui 35 tecnici della prevenzione. In questi giorni sono tutti operativi. Lo Spisal è in possesso di un lungo elenco di imprese padovane iscritte alla Camera di commercio, suddivise per categorie, e le ispezioni a sorpresa vengono decise il mattino stesso. Le aziende aperte vengono controllate tutte, con rigore scientifico, da squadre composte da due persone che pongono la lente d’ingrandimento su ogni cosa: sanificazioni, distanze di sicurezza, accessi, utilizzo delle protezione individuali. 
LE CATEGORIE
Eccezion fatta per cinema e discoteche, ormai in Veneto ha riaperto quasi tutto. Dal 18 maggio l’attenzione si è concentrata soprattutto sul fenomeno della movida, perché quello di maggior impatto: nei primi giorni di riapertura le immagini di ragazzi assembrati davanti ad alcuni locali di Padova hanno mandato su tutte le furie sindaco e governatore. L’indicazione della Regione però è chiara: l’attenzione sulle aziende non deve calare. Le nuove disposizioni non devono far passare un messaggio da “liberi tutti”: datori di lavoro, dipendenti e liberi professionisti devono continuare ad osservare ogni misura. Altrimenti scattano le sanzioni. 
I COMPORTAMENTI
Quasi tutte le aziende controllate dallo Spisal si erano attivate fin da subito per rispettare i protocolli. Sono solo una manciata quelle che non avevano fatto nulla e per le quali è stata necessaria un’ordinanza del sindaco che ne disponesse la chiusura. «Il 40% circa delle aziende è già completamente a posto, nel 60% dei casi invece chiediamo di implementare le protezioni - aveva spiegato la direttrice all’inizio di maggio -. Capita che chiediamo un maggior rispetto delle distanze, una maggior areazione degli spazi, un potenziamento delle sanificazioni oppure l’utilizzo anche di occhiali e visiere. Nel complesso comunque il bilancio è positivo e, seguendo le indicazioni della Regione, stiamo cercando anche di fare un’importante attività di informazione». 
I LOCALI
A sorvegliare su bar e ristoranti, per ora, sono invece soprattutto i vigili urbani. Quotidianamente gli agenti della Polizia locale verificano il rispetto delle distanze tra i tavoli e tra le persone. La voglia di libertà è tanta e in questo mese di giugno si farà sentire ancora di più. Ma con il virus bisogna ancora convivere e quindi i controlli proseguono. Nei locali, certo, ma anche in uffici, fabbriche e magazzini. 
 
Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 18:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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