Farmacisti in fila per i test:
«Anche noi in prima linea»

Domenica 31 Maggio 2020 di Lorenzo Pulcioni
Farmacisti in fila per i test: «Anche noi in prima linea»
TERNI Dopo i medici di famiglia, tutti negativi, il tampone è toccato ai farmacisti. Nel punto sanitario tra strada di Cardeto e via Bramante in 220 si sono sottoposti al test molecolare rinofaringeo in modalità ‘pit-stop’. Provenienti dai distretti di Terni, Foligno, Spoleto, Narni-Amelia, Orvieto e Valnerina volontariamente si sono sottoposti alla campagna di screening, prevenzione e sorveglianza sanitaria anti-Covid dell’Asl Umbria 2. «Una grande iniziativa per tutta la comunità - dice Andrea Carducci, presidente dell’Ordine Farmacisti di Terni - un’azione di prevenzione e sorveglianza che ha trovato grande risposta da parte di tutti i colleghi. Abbiamo gestito al meglio una situazione di panico generale che all’inizio della pandemia si era diffuso per le notizie che tutti leggevamo. I farmacisti si sono rivelati una delle risorse del settore sanitario insieme a medici e infermieri. Abbiamo arginato e tenuto la barra ferma in un momento difficile. La farmacia è servita, oltre che per distribuire medicinali, anche come supporto psicologico ed emotivo. I cittadini avevano bisogno di qualcuno che li informasse e rassicurasse». E questo nonostante spesso la mancanza di protezioni adeguate e di assistenza sul territorio. Lo dimostra l’analisi su scala nazionale della Corte dei Conti contenuta nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica nella parte che riguarda il sistema sanitario italiano. «Le mascherine chirurgiche finalmente sono arrivate e adesso riusciamo a distribuirle a tutti, seppure con moderazione - dice una farmacista di Amelia dopo essersi sottoposta al tampone - ma fino a poche settimane trovarle rappresentava ancora un problema. I clienti entravano in farmacia per chiedere i dispositivi con cui andare dal dottore». Il tampone è fastidioso, a molti lacrimano gli occhi ma tutti sono disponibili a raccontare i giorni passati in farmacia senza mai chiudere la serranda: «Sono stati mesi duri, abbiamo continuanto a lavorare non sapendo se eravamo sani o no. Speriamo sia passato tutto. Le mascherine chirurgiche fino a poco tempo fa non si trovavano se non a prezzi esorbitanti. Adesso grazie all’accordo preso da Federfarma sono tornate negli scaffali» racconta un giovane farmacista. Non sono mancati gli episodi divertenti: «Un signore si è presentato con la maschera subacquea e non riusciva a vedere perchè era tutto appannato» racconta una farmacista. Tutti si sono attrezzati con divisori e dispositivi, ma non è il momento di abbassare la guardia. «Il momento più duro è proprio la Fase 2 perchè siamo solo agli inizi dello screening e stiamo facendo molti tamponi» racconta Francesca, una delle infermiere dell’Asl Umbria 2. Per gli infermieri ormai i tamponi sono come le tacche dei carcerati in prigione. Non si contano più. «Ne avremo effettuati duemila a testa» dicono tra un auto e l’altra. Le macchine arrivano scaglionate in modo da non creare assembramenti. L’auspicio è, come per i medici, registrare tutti casi negativi. In fila anche il presidente dell’Ordine di Perugia, Filiberto Orlacchio: «Ci siamo trovati ad affrontare nei primi giorni una domanda che era aumentata del 100% - dice - ma i farmacisti non si sono tirati indietro, non hanno mai chiuso garantendo il servizio h24. Una risposta territoriale importante anche quando eravamo esposti senza protezioni ed indicazioni chiare».
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