Coronavirus. Pagelle, Regioni promosse: ma contagi alti in Lombardia

Sabato 30 Maggio 2020 di Mauro Evangelisti e Diodato Pirone
Pagelle, Regioni promosse: ma contagi alti in Lombardia

Situazione generale positiva, ma fluida, con focolai ancora presenti. E poi molta cautela «specialmente se dove aumentare il movimento delle persone sul territorio nazionale». Questo è il giudizio finale del pagellone settimanale del monitoraggio su Covid-19. Ma per capire meglio cosa si nasconde dietro la genericità di una valutazione che non nomina nessuna regione, bisogna partire da un valore: l'incidenza settimanale dei nuovi contagi su 100.000 abitanti. Più dell'RT, che anche in questa pagella ha fornito una sentenza bizzarra per i non-epidemiologi con il Molise alla stratosferica quota 2,2 pur avendo un solo cao in più anche ieri.

In realtà per comprendere come in Italia ormai l'epidemia viaggi a velocità differenti è importante vedere quanti nuovi infetti si stanno trovano alla settimana in rapporto alla popolazione.

Bene, ci sono tre regioni che hanno quell'indicatore sopra a 10: la Lombardia (che ogni giorno registra circa 2/3 di tutti i casi italiani) che è a 16,78, alto anche se in miglioramento rispetto alla settimana precedente quando era a 23,75; il Piemonte a 12,46 (16,69 sette giorni fa); la Provincia autonoma di Trento che è a 12,57 (era a 24). Meno grave la situazione della Liguria che nelle valutazioni di sette giorni fa era a 15,03 (si parla sempre dell'incidenza dei nuovi contagi su 100.000 abitanti), nell'ultima pagella è scesa a 6,13, un valore simile a quello dell'Emilia-Romagna. Il Lazio, invece, è a 1,6 e questo dà il senso della differenza tra le varie regioni.

IL PUNTO
Ricapitoliamo: Lombardia 16,78 nuovi casi ogni centomila abitanti su base settimanale, Lazio 1,6. Ancora: Veneto 1,63, Abruzzo 2,74, Umbria addirittura 0,45, Marche 3,02, Campania 0,98.
Come si può pensare di aprire ai viaggi interregionali con gli stessi criteri regioni come la Lombardia o il Piemonte che hanno una incidenza di nuovi casi anche quindici volte più alta delle altre? E' un mistero. L'obiettivo del governo però è quello. E ieri, nella diffusione della valutazione settimanale (su dati 18-24 maggio) in applicazione del decreto che prende in considerazione 21 indicatori, sono anche state mescolate le carte per fare passare il concetto che tutte le regioni sono uguali e che non ci sono criticità.

Ricordiamolo: le pagelle vengono compilate dalla cabina di regia formata da Ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità e rappresentanti delle regioni. Ogni venerdì c'era una conferenza dell'Istituto superiore di sanità che è servita anche a presentare queste valutazioni.
Ieri è stata annullata: visto che il tema delle riaperture è rovente meglio evitare scottature. Non solo: nelle due occasioni precedenti era sempre stata utilizzata una tabella riassuntiva e un'analisi che ben presentava i diversi profili regionali. Ieri invece si è un po' fatto come nei legal movie americani o come nella serie Suits: quando un avvocato deve mettere a disposizione proprie carte alla controparte, la inonda di documenti in modo da complicare la sintesi.

Così ieri sono stati diffusi, separati, tutti i documenti, regione per regione. Accompagnandoli da sintesi prudenti. Il ministro della Salute Roberto Speranza: «I dati del monitoraggio sono incoraggianti. I sacrifici hanno prodotto questi risultati. Dobbiamo continuare con gradualità e cautela». L'Istituto superiore di sanità: «L'incidenza settimanale rimane molto eterogenea nel territorio nazionale. In alcune Regioni il numero di casi è ancora elevato (ma non vengono citate, ndr) denotando una situazione complessa ma in fase di controllo. In altre il numero di casi è molto limitato. Si raccomanda pertanto cautela. Non si registrano segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali ospedalieri sul territorio nazionale. Si osservano livelli di resilienza in miglioramento».

C'è poi il fronte dell'Rt, l'indice di trasmissione, cioè la velocità potenziale del contagio. Tutte le regioni sono al di sotto dell'1 (quindi in zona sicurezza): il Lazio è a 0,76, la Lombardia a 0,75 (in crescita), la Calabria a 0,13, le Marche a 0,55, il Veneto a 0,65, l'Umbria a 0,84, per la Basilicata addirittura compare il valore 0. Tutto bene? No, ecco il nuovo caso del Molise a 2,2, frutto però di un miraggio statistico che colpisce ogni tanto le regioni con pochi positivi. Anche il report precisa: «Quando il numero di casi è molto piccolo alcune Regioni possono avere temporaneamente un Rt maggiore i 1 a causa di piccoli focolai». Conclude l'Istituto superiore di sanità: «Le misure di lockdown in Italia hanno permesso un controllo dell'infezione pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nei territori. La situazione attuale, relativa all'inizio della prima fase di transizione, è complessivamente positiva. Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte Regioni italiane».
 

Ultimo aggiornamento: 14:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci